Cui prodest?

Cui prodest?

Certo che i 50 ricchi diano ad un mondo di poveri è cosa buona e giusta. Ma il punto mi pare sia che si continua a parlare di incontro senza, almeno nei tempi e nei modi adeguati, libera scelta dal basso della formazione anche scolastica nella identità ricercata e nello scambio con le altre. Il solo incontro è, spesso inconsapevolmente, un’altra declinazione del falso neutralismo, del civismo omologante… Tutte cose che il potere dei 50 apprezza molto e diffonde tramite i suoi apparati. Infatti la falsa svuotante fratellanza rende l’uomo un mero individuo cosumatore perso in una massa anonima. E allora avanti con le proposte calate dall’alto, con i tecnicismi. Invece di cercare le autentiche vie della crescita della gente, le autentiche vie della partecipazione. Ma con questa logica della tecnica il mondo sembra andare appunto meccanicamente verso il crollo senza che nessuno possa fare niente. Si giungerà al punto in cui anche per esempio la cultura, l’informazione, saranno opera dei robot. Non si vede già che i media dell’apparato dicono tutti le stesse cose? I robot serviranno a mostrare la meccanicizzazione già in atto. E a far comprendere meglio la necessità di una libera rinascita dal basso. Dove le guide escano da questa autentica, liberamente differenziata, maturazione di tutto il popolo e non da oligarchie di pseudoilluminati avulsi da esso.