Politica, le fondamenta ignorate

Il proliferare di partitini mostra il problema di fondo. La società è divisa in due classi: manipolatori per puro interesse di denaro e di potere e manipolati, spogliati di tutto, isolati. A questo conduce la cultura della mera pseudotecnica. Lo svuotamento, lo spegnimento, delle libere ricerche integrali, di un autentico scambio, di una viva partecipazione. Tutto è teleguidato dalla tecnologia e dai codici degli apparati che ne conseguono. In realtà dunque gli stessi potenti sono succubi di tale sistema che toglie l’umanità a ciascuno. Davvero il robot si rivolta contro l’uomo e lo sottomette.

Senza alcun salto di qualità verso una nuova attenzione allo sviluppo di un’autentica democrazia, che può avvenire solo favorendo la libera maturazione delle persone, si resta nei criteri del sistema tanto deprecato e si finisce per cadere nelle stesse tentazioni: potere, denaro, a scapito degli altri. Magari solo per un ingannevole desiderio di liberazione dall’oppressione che questa situazione come visto comporta. Una liberazione pratica, ancora una volta del fare, della tecnica, è l’inganno di fondo di questa epoca.

Qua e là qualcuno vuole difendere alcuni valori. Ma se non si cercano le adeguate vie per la libera crescita di ciascuno si finisce per restare nel fare, qui nel cercare di imporre le proprie vedute. La società della tecnica, del mero intellettualismo, non conosce il cuore che ascolta la luce che lo illumina e gli parla. Il razionalista è strutturalmente sordo a sé stesso, agli altri, alla vita. Chi ha ancora come riferimento culturale questo orientamento, magari anche guardandolo con sospetto, in fondo resta ingabbiato in tali limiti e conosce facilmente solo il linguaggio dell’imposizione, il linguaggio della sordità.