Perche’ Gesu’ non ha scritto

Perche’ Gesu’ non ha scritto

Gesù non ha scritto perché amava in situazioni specifiche. Non viveva un amore astratto. Il cuore esiste e vive nella Trinità, coglie le vive sfumature, gli opposti, mentre la ragione astratta viviseziona, unilateralizza, schematizza. Il cuore nella luce serena è sulla via di un più semplice ed equilibrato discernimento. 

 

Allora i vangeli non servono? La vita di Cristo è stata tramandata prima di tutto dal vivo. La stesura dei vangeli è stata rivolta a persone concrete. Anche per questo sono per esempio necessarie le omelie: per tradurre al vivo il senso di quelle parole in altre situazioni. Per questo la parola scritta può non di rado toccare il cuore meno facilmente di quella dialogata. E per questo la Parola di Gesù va ascoltata prima di tutto in comunità, perché è di sua natura comunicazione trinitaria. Leggere la Parola sempre ed esclusivamente da soli può risultare addirittura pericoloso. E il seme della Parola, di ogni luce, si sviluppa più pienamente nell’accoglienza comunitaria. Non è un dono individualistico.

 

La frequente manipolazione della mancata sincera sinodalità anche mediatica può per certi aspetti venire sopportata con maggiore serenità perché il seme si sviluppa più pienamente e autenticamente dal vivo. È sempre nuovo. Cresce la pazienza e la fiducia nell’opera delicata e graduale di Dio. Il rischio della fretta di comunicare tante pur belle scoperte si attenua passando dalla comunicazione astratta, scritta, a quella dal vivo.

 

Cresce dunque la povertà, la libertà, dal desiderio di lasciare il segno impaginato di tante pur importanti scoperte, perché non vadano perdute. È Dio che sa di volta in volta come comunicare. Ecco la semplicità di Gesù ma forse per esempio per certi aspetti anche di un Socrate.

 

Quello che Dio permette nelle situazioni concrete è il dono, fossero pure solo pochi pani e pesci, che si moltiplica mentre i miei programmi astratti lasciano il tempo che trovano. Non sottovaluto più le strade che mi si aprono e mi avvilisco di meno per quelle che sembrano ostinatamente chiuse. Anche se sono sempre attento alle sorprese, alle svolte. La grazia accolta moltiplica in beni spirituali, umani, materiali, secondo la sapienza del Signore. Dunque cerco di contribuire allo sviluppo della sinodalità, della partecipazione, a tutto campo ma alla fine rimesso serenamente alla volontà del Padre.