Ormai solo un Dio ci puo’ salvare

La solidarietà si diffonde e si sviluppa molto meno di quanto potrebbe perché è omologata, tecnicizzata, un mero fare. Potrebbe divenire un aspetto più liberamente maturato nella vita di molti se si favorisse fin dalla scuola la formazione nelle identità liberamente scelte e nello scambio con le altre. Non solo identità, non solo scambio. Unilateralità che alla fine si spalleggiano nell’annullare la libera crescita delle persone. Si smaschera il gioco di chi non vuole che il popolo, le singole persone, possano scegliere le vie della propria educazione. Imporre una visione e così manipolare, svuotare, la gente. Rendendo ciascuno un mero individuo consumatore perso in una massa anonima. Un tale svuotamento fin dalla scuola rende tutta la cultura un frutto di una ragione astratta. Ogni cosa si tecnicizza. Si frammenta in mille materie iperspecializzate svuotate di un libero respiro spirituale e umano. Si formano nei luoghi del vario potere apparati custodi di tali codici, di tali tecnicismi. La società diviene preda di tutto ciò e nessuno può opporre valida resistenza perché la macchina organizzativa annulla e schiaccia chi vi si oppone. Il mondo intero può venire teleguidato da pochi. Se poi il potere onnipervasivo del sistema riesce a penetrare nei gangli del potere di, pur con tutti i limiti, valide organizzazioni della società civile la dittatura del grande fratello rischia ancor più di non avere alcun controcanto. Per cui è fondamentale che si trovino dappertutto le adeguate, realistiche, non velleitarie, vie della partecipazione dal basso. La società della mera tecnica è come un transatlantico che va ad affondare per l’urto contro un iceberg senza che nessuno possa fare qualcosa per impedire una tale collisione. Non per nulla anche qualche filosofo ha asserito che ormai solo un Dio ci può salvare.