Ministri dell’unzione degli infermi?

Ministri dell’unzione degli infermi?

Nel capitolo 12 di Giovanni vediamo che Maria, la sorella di Marta e di Lazzaro cosparge i piedi di Gesù di nardo profumato. E Gesù dice di lasciarla fare, perché lo conservi per il giorno della Sua sepoltura.

Nel capitolo 11 vediamo che questa unzione per Maria è in relazione all’episodio della resurrezione di Lazzaro ad opera di Gesù. L’evangelista stesso ne parla in quel brano come di un fatto avvenuto mentre essa si verifica in un tempo successivo, ormai vicino alla passione di Cristo.

Ci si può chiedere ancor di più se tale “ricordo anticipato” significhi la grazia dell’unzione a cui attinge anche Lazzaro nella sua resurrezione. Insomma forse Gesù ha portato a pienezza di sacramento quell’unzione? E ha anche rivelato che i laici, anche le donne, possono esserne ministri? Come oggi esistono i ministri dell’eucaristia. E con le sfumature di persona in persona diverse come vediamo nella tenerezza del gesto di Maria. Forse così come il Battista prefigura la possibilità di fondo, prevista dalla dottrina ecclesiale, per ogni cristiano, per ogni uomo, a certe condizioni estreme, di battezzare?

In un brano per certi versi parallelo del vangelo di Marco Gesù afferma: “In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto” (Mc 14, 9). Un ulteriore indizio?

Sono solo domande che pongo, nell’obbedienza alla Chiesa.