Mental coach & C., l’ambivalenza della fuga pragmatista

Davvero interessante la dinamica insita nel tecnicismo imperante, che sta conducendo all’emergere di figure come il counselor, il life coach e il mental coach. Ci si può chiedere se su queste scie si riduca sempre più ogni cosa a mero funzionamento e se, al contempo, in queste figure si cerchi proprio qualcosa di diverso dal falso oggettivismo scientista di certa psicologia. In qualche modo persino nella Chiesa emerge un orientamento pragmatico che cerca di liberarsi dalle astrazioni teoriche del dottrinarismo e dello spiritualismo.

La cultura razionalista al potere non è in grado di comprendere la necessità di una ricerca umana a tutto tondo e non ha neanche interesse a farlo perché questo vuoto e falsamente neutro tecnicismo favorisce il dominio di pochi potenti su una società che si cerca di rendere di meri isolati individui consumatori persi in una massa anonima.

È significativo come nella grande comunicazione e nella cultura non emerga mai il problema di un salto di qualità. Persino nella Chiesa certe guide sono accanitamente in difesa del razionalismo e lo sono in vario modo anche da sponde politiche opposte. Non per nulla tale fondamentale concordanza è alla base del formarsi delle attuali due classi sociali: i vari apparati del potere e la gente spogliata di tutto e manipolata. Chi, nel primo caso, può intervenire nella comunicazione, a patto che parli solo in un bianco o nero che, come detto, si contrastano e si sostengono reciprocamente e chi, nel secondo, abbisognando di semplice umanità, di una autentica ricerca identitaria e di un solo allora più autentico, ricco di vitali sfumature, dialogo si trova naturalmente fuori dagli schemi e dagli interessi del razionalismo.

Un mero funzionare dicevo, pupazzi a servizio dei dominanti, in fin dei conti essi stessi teleguidati e schiavizzati dalla tecnica, dal robot creato dall’uomo. È per questo che si sta diffondendo, anche in ambito cristiano, l’idea di una super religione razionalista che unisca gli uomini in una fasulla fratellanza che ben si guarda dal riconoscere e favorire, fin dalla scuola, la formazione alla luce di una libera ricerca identitaria e di un solo allora autentico scambio. Una unità coatta, svuotante, manipolante, che sta conducendo la società all’implosione.

Le vecchie guide cristiane, gli stessi psicologi, vedono in tanti casi sgretolarsi la considerazione per la loro preparazione. Ma in una cultura che resta intellettualista il superamento di tante fasulle astrazioni diviene, come osservato, una fuga nel pragmatismo. E mentre genera più chiaramente la citata classe al potere inconsapevolmente sviluppa una società pure inconsapevolmente desiderosa di liberarsi dalle astrusità razionaliste in cerca dell’umano semplice e autentico, come osservo in https://gpcentofanti.altervista.org/una-chiesa-famiglia/ .