L’oltre e la forza di gravità

L’oltre e la forza di gravità

Agli esordi della sua predicazione Gesù annuncia la grazia di percepire oltre, perché il regno dei cieli è vicino. Può svilupparsi nel chiamato un cammino di attrazione verso Gesù, Dio e uomo, di sequela nell’abbandono in lui. Ma come Cristo stesso avverte è un percorso per il quale è impossibile andare senza gli aiuti di Dio, spirituali, umani, materiali.

Le tane, le fughe, gli inganni, mille cose possono esercitare la forza di gravità verso l’io ed i suoi attaccamenti, le sue false sicurezze, i suoi schemi, le sue strutturazioni… Senza il dono di Dio l’uomo preferisce compiere la propria opera di corto respiro e ingannevolmente sotto il proprio controllo piuttosto che lasciare che il Signore compia in lui la sua opera.

Dio nel suo amore conduce verso di lui con una delicatezza infinita e dunque non con i criteri pseudo efficientisti di una corsa a tappe. Magari in cielo una persona che non sia stata portata così tanto verso l’oltre potrà sperimentare dei salti in avanti meravigliosi. Non si possono fare paragoni, classifiche. Dio sa come portare ciascuno verso la pienezza.

Solo una grandissima grazia giunta in mille modi e per mille vie ad una persona può portarla sempre più verso l’oltre. Fin dagli esordi Dio propone ad Abramo di uscire dal suo paese, ossia dalla sua mentalità, dalle sue strutturazioni culturali, dalle sue abitudini a 360°… Dalla sua patria, dai suoi legami affettivi territoriali, sociali, dalle sue consuetudini spirituali, umane, fisiche… Dalla casa di suo padre, ossia dagli affetti più intimi, dalla sua storia più profonda, con le sue gioie, le sue ferite, i suoi copioni… Non si tratta di diventare disumani ma al contrario di lasciarsi portare verso una umanità liberata da ogni catena. Dunque non è un fare piazza pulita di tutto ma un lasciare le scorie, le gabbie…

Senza una sempre più grande grazia già nel medio periodo dall’intrapresa della via della conversione tutti questi immani legami tornano variamente ad esercitare con nuova energia la loro forza di gravità. Si può entrare in varia misura in un bene routinario che inganna proprio in quanto chiamato “bene” mentre il cuore è sempre meno vivo. Certo Dio sa come fare la storia con ciascuno. Zaccaria giunse nella sua notevole staticità a non riconoscere un angelo che gli annunciava l’esaudimento della sua preghiera di avere un figlio. Preghiera che Zaccaria sembrava avere persino dimenticato mentre invece Dio ricorda, proprio come dice il significato del nome Zaccaria.

È stato manchevole il padre di Giovanni Battista? L’uomo ha margini di scelta nell’intensità e perseveranza della propria adesione a Dio. Ma, per esempio, non di rado nemmeno si rende conto che ogni decisione innesca una dinamica positiva o una regressiva. Ci si può ritrovare ripiegati senza grandi responsabilità. Anche questa è la infinita amorevolezza di Dio. Forse Dio ad una data persona non ha nemmeno lontanamente proposto certe piccole uscite da sé. Niente classifiche, paragoni, efficientismi ma solo l’amore meraviglioso di Dio che porta ciascuno verso la felicità eterna e lo sostiene passo passo come solo lui sa e può fare. Certo ogni minimo progresso è un nuovo benessere, una liberazione da pesi, inganni, precarietà, delusioni ed un aiuto verso la vita piena. Chi sperimenta sempre più i benefici della sequela per prima cosa dunque chiede sempre più a Dio la grazia, sempre più si appoggia alle fonti della grazia, secondo una libera gradualità: Parola, sacramenti, preghiera, padre spirituale, comunità di crescita, ricerca della volontà di Dio…