L’inganno di questo tempo

Dove finisce la vita? Sotto terra o in paradiso o in qualche altra forma di sopravvivenza? Vi è qualcuno che ha creato il mondo? È buono, indifferente, severo, cattivo? Ci giudica e ci condanna o ci salva e ci salva senza condizioni se lo vogliamo o dobbiamo fare i bravi, o…?
Quale è la verità del mondo?

La solidarietà senza domande, ricerca, profonde rischia perlomeno in non pochi casi di essere una solidarietà omologata, un pensiero unico, un falso bene che confonde i cuori spegnendoli in modo politicamente corretto…

Può risultare la naturale conseguenza del razionalismo, ragionamenti chiusi in vario modo in sé stessi. Mera, distorta, tecnica, mero fare. Chiusura che può essere alla Platone, dedurre ragionamento su ragionamento; o alla Aristotele, entrare in relazione, in contatto con la realtà, ma anche qui con ragionamenti pseudo tecnici, senza lo Spirito, senza una maturazione integrale, spirituale e psicofisica, in esso, senza entrare in questo Spirito di Gesù, Dio e uomo, in contatto con ogni cosa.

Il contrario insomma dell’apertura della coscienza spirituale e psicofisica, del cuore, alla luce che gli dà vita e lo illumina, via via scoperta scendere delicatamente, a misura, come una colomba.

La cultura attuale, non di rado anche religiosa, resta ingabbiata in questo mero fare. Si spegne fino al crollo senza apparentemente cedere di un millimetro, senza sentirci. È la sordità strutturale del razionalismo. Si cercano come soluzioni a qualsiasi cosa sempre cose da fare. Non si fa mai il salto di qualità, aiutare ciascuno ad aprire il cuore alla luce, a cercare la vita, ognuno sul proprio percorso, con l’aiuto di formatori in quella visuale e, per non omologare ancora una volta, in momenti distinti nello scambio con cercatori di altre visuali.

Ridare lo slancio di ricerche vive, libere, profonde, partecipate, alle persone, favorire il contatto dei cuori con la luce.

Gesù non giudica le folle sbandate in un mondo oppresso dal dominatore romano, guidate da sacerdoti pupazzi di quel potere, cresciute in una religione ridotta a forme varie, in fondo politiche, di etica religiosa, non aiutate a lasciarsi portare da Dio nella fede. Si commosse per loro perché erano come pecore senza pastore.