Liberta’ di coscienza a comando

Vi è una libertà di coscienza riconosciuta dal potere solo quando è la propria.

Almeno in prospettiva anche nella scuola i momenti sono due, ben distinti:

– crescita alla luce dell’identità religiosa o filosofica liberamente scelta. Entro, per esempio, il limite della libertà dell’altro, embrione compreso. Ma la libertà dell’altro può venire influenzata, dunque ancor più a protezione di ciascuno non può venire permesso per esempio il lesionare o il togliere la vita fisica di qualcuno. A tal proposito si può tra l’altro aggiungere che non si possono donare gli organi del suicida. Inoltre evidentemente vi sono reati come l’istigazione al suicidio.

– scambio con coloro che scelgono altre identità.

Quando si contrappongono o si mescolano senza distinguere identità e incontro di fatto si svuota, manipola, la gente, si fa il gioco dunque dei potenti. Come vediamo. Il problema di una sinodalità non esteriore e a rischio manipolazione, il problema di una autentica democrazia è prima di tutto spirituale-culturale, di trovare le autentiche vie della crescita di ciascuno. Ma nella società della ragione astratta, di un distorcente tecnicismo ad uso del potere, le vie della maturazione sono considerate superflue invece che determinanti.

Bisogna invocare, prepararsi col cuore desideroso di venire aperto in modo sempre nuovo, per cercare e riconoscere gli aiuti del Signore. Vegliare in ogni momento (kairos, Cfr Lc 21, 36), scoprire nella preghiera ogni momento come quello della nuova, salvifica, venuta del Signore. Il tempo sempre nuovo di chiamarlo. Come ai tempi del Battista. Come ai tempi della Pentecoste. Con Maria.