L’esaurirsi delle vie non centrate

Ho osservato che se si resta in una cultura di fondo della ragione astratta si possono da queste basi dipanare tre orientamenti fondamentali: quello appunto della riduttiva ragione astratta, il razionalismo; quello dell’anima disincarnata, lo spiritualismo; quello del resto emozionale-pratico della persona umana, il pragmatismo o un vario vitalismo. Percorsi magari talora giustapposti tra loro.

Pur trattandosi di filoni riduttivi e distorcenti tali tendenze al loro germogliare possono in qualche modo sviluppare forme di conoscenza meno centrata ma comunque in qualche modo innovative. Le prime due piste sono state per secoli le più battute e da tempo andavano esaurendo la loro carica di fecondità chiudendosi in varia misura in un grigio uniformismo culturale ancor prima che di mero potere. Anche se questi codici stantii possono ampiamente venire usati dal potere proprio in quanto spengono l’autentica, plurale, crescita umana.

La terza diramazione, per secoli in secondo piano, con il suo emergere ha apportato per qualche tempo spunti a loro modo vitali sia pur con aspetti anche qui di riduttività e dunque di distorsione. Ma forse perché può finire per sposarsi facilmente con l’epoca attuale della mera, falsamente oggettiva, tecnica tale rivolo sembra prosciugare più rapidamente la sua generatività nel grigiore del mero fare del pensiero unico, che sempre, come dicevamo, svuota i popoli e arricchisce i potenti.

Gesù invece maturava nello Spirito che scendeva su di lui, delicatamente, a misura, come una colomba, crescendo in mezzo agli altri, doni in Dio anche loro. Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. Su questa strada tutta l’umanità della persona viene portata con delicatezza, trovando sempre più equilibratamente sé stessa, nell’infinito mistero di Dio, dell’uomo, del mondo. È Gesù, Dio e uomo, da cercare sempre più, la via che mai si esaurisce. La via cui inconsapevolmente tutti tendono. Lo si può constatare anche proprio dall’oscillare della storia tra le diverse carenze.