L’Epifania e la sinodalita’

L’Epifania e la sinodalita’

Oggi è la festa dell’Epifania, ossia della manifestazione di Dio in Gesù. Certo Dio è infinito, Gesù è Dio e uomo e ci porta sempre più nel mistero divino, umano, materiale. Come è Luce che risplende gradualmente sempre più dentro di noi credenti così già in mille modi prende a illuminare il mondo intero, con doni che aiutano anche noi cristiani a penetrare nel profondo.

L’Epifania ci parla anche del potere terreno e del male che è nel mondo. Il Magnificat canta dell’opera di Dio che conduce la storia della salvezza con il contributo dei semplici, dei piccoli di cuore e non con la mera potenza umana. Uno sguardo tutto rovesciato rispetto a quello solo mondano. E in realtà molto più concreto. Ma certo vi troviamo uno stimolo per la Chiesa, per ciascuno, a lasciare che Luce e Vita si facciano nei modi più adeguati sempre più vicini ad ogni persona, a tutta la società.

Così oggi nel giorno della manifestazione dell’amore di Dio nel bimbo Gesù possiamo pregare che la Chiesa diventi sempre più strumento della Luce divina. I cristiani, anche i vescovi, sono persone in cammino nella storia. Vanno comprese tante difficoltà, Gesù stesso ha detto ai discepoli che molte cose aveva ancora da dire loro ma che essi non erano ancora capaci di portarne il peso. Lo Spirito le avrebbe rivelate nel tempo, sempre facendo ritornare più profondamente a Gesù stesso, ai vangeli.

Si sta appena scoprendo più profondamente l’importanza dell’autentica partecipazione di ogni cristiano nei discernimenti sulla vita ecclesiale. Vi è così poco l’abitudine a ciò che della cosa si tratta talora come se fosse semplice e agevole. Tanto si può non praticarla di fatto. È necessario aprire un dialogo sui problemi di una concreta sinodalità.

I rischi che comporta, come il dare voce a cattive intenzioni di vario genere. L’uscita dalla formalistica cultura dei ruoli e delle competenze per aprirsi ad un cammino di vissuta e partecipata ricerca comune. Nella quale i ruoli e le competenze lungi dal venire sviliti trovano il vero terreno di sviluppo. Una formazione anche scolastica alla luce della identità liberamente scelta e dello scambio con le altre. Stimoli ad uscire dalle svuotanti astrazioni a tavolino e a maturare nella vita concreta. Senza una tale scuola la stessa sinodalità può venire ostacolata. Ma la sinodalità può al tempo stesso orientare, nei modi e nei tempi adeguati, verso quella scuola.

E qui veniamo al punto che nell’epoca del globalismo vi è il rischio che formazione e informazione siano gestite da pochi potenti in nome di un astratto tecnicismo, anche imbellettato da un omologante solidarismo, che mentre proclamano filantropia spogliano la gente della propria viva ricerca, di un autentico scambio, dunque di una viva partecipazione e di qui di ogni cosa.

Una Chiesa che cerchi di imparare a sviluppare una concreta sinodalità fornirebbe un contributo incisivo al superamento del pensiero unico. Sarebbe davvero di stimolo per ogni persona di buona volontà, anche non credente. Uscire dalle logiche del non lasciare intervenire chi ha da dire. Perché è proprio nella partecipazione che si matura e si imparano a riconoscere sia le veline del sistema che ogni altra immaturità. Dunque andare oltre il parlare di solidarietà affermando poi che la parola va data solo ai competenti. Tra l’altro un rischio è che la parola sia data solo al potere, il quale invece di favorire la maturazione e la capacità di valutare e di partecipare di ciascuno si può chiamare protettore dell’ignoranza delle persone e mettere tutti a tacere. E il competente chiuso nella sua torre d’avorio e nel suo apparato è strutturalmente incompetente come la crisi che viviamo dimostra abbondantemente. E come chiusi nella propria autoreferenzialità si può fingere di non vedere o persino davvero, drammaticamente, non vedere. Il rapporto col potere è dunque un’altra fondamentale questione da affrontare: che rischi si corrono a sviluppare un’autentica sinodalità nell’epoca del sistema che detiene onnipervasivi mezzi per manipolare la gente attraverso gli apparati della formazione e dell’informazione e ciò nonostante la gente venga sempre più spogliata di tutto? La fede dei giovani è stata devastata e il sistema deve solo attendere il trascorrere del tempo, nel mentre delle sue varie operazioni, per annullare quasi completamente la Chiesa. Tante le sfaccettature da considerare.

Oggi il potere sta nella formazione e nell’informazione. Nelle mani di pochi ciò rischia di condurre al crollo. La vera rinascita può trovare un grande aiuto nel cercare sinceramente le vie di un’autentica, non velleitaria, sinodalità ecclesiale.

Ne cito qui alcune solo come esempi di una valutazione, di una ricerca, che tocca anche aspetti operativi. Sui media cristiani in rete si dia ampio spazio ai commenti. Nell’epoca del pensiero unico spesso i veri spunti interessanti e originali si trovano nei commenti, lì dove, raramente, sono non solo in apparenza consentiti. E si tratta di commenti non di rado ad opera di persone preparatissime. Pensiamo a quanti sacerdoti che vengono dal mondo della cultura. Inoltre imparare ad ascoltare le concrete vite, esperienze, delle persone è una miniera infinita di scoperte, di crescita. Mentre nello svuotante mondo delle astrazioni tecniciste tutto appare scontato. L’apertura ai liberi commenti stimola anche gli articoli stessi mentre una certa chiusura può costringere i media ad evitare argomenti che favoriscano certi interventi. Si tratterà anche, in proposito, di comprendere che talora un commento può sembrare non risponda alla questione citata ma in realtà può farlo ugualmente per esempio andando alla radice di certi problemi.

Per non allungare qui il riferimento alle mille possibili vie di sviluppo della sinodalità e della partecipazione mi riferisco solo ad un punto circa la scuola. Nelle parrocchie si potrebbero sviluppare cammini che tra l’altro aiutino i genitori, le famiglie, a contribuire ad una educazione scolastica dei figli nel senso sopra citato. Brevemente osservo che mille spunti sulla vita personale, relazionale, ecclesiale, sociale e via dicendo possono derivarne.