Le piu’ diffuse tendenze nella Chiesa

Le piu’ diffuse tendenze nella Chiesa

Gesù non ha parlato di fede e ragione ma di ciascuno specifico uomo che esiste e cresce nel Suo Spirito che, accolto, scende a misura, delicatamente, sempre più su di lui. Maturando per questa via tutta l’umanità della persona essa vive e vede ogni cosa in modo sempre nuovo.

Anche nella Chiesa oggi la cultura più diffusa è quella che si basa sulla fede e su una riduttiva, distorcente ed in realtà inesistente ragione astratta. Ho ascoltato un famoso professore di una università pontificia affermare che possiamo credere in parte per la fede, in parte per la ragionevolezza della fede. È il programma kantiano della religione nei limiti della sola ragione, che riduce la fede ad una morale.

A Pietro che confessa la sua fede Gesù risponde che né la carne, né il sangue, gliela hanno rivelata ma il Padre suo che è nei cieli. Un giovane che viveva un intenso cammino di fede viene un giorno a dirmi che non poteva più proseguirlo perché l’evoluzionismo, il big bang, ponevano termine a tali strade. Io non sono caduto nell’inganno della cultura in cui viviamo di rispondere sul piano della ragionevolezza della fede. Gli ho chiesto nella sua serena coscienza cosa avvertiva alla domanda sul credere o meno in Dio. Se mi avesse risposto negativamente allora davvero non aveva ancora ricevuto questo grande dono. La cosa importante è che ciascuno trovi la via del proprio sereno discernimento. In quello potrà più semplicemente crescere. Io comunque sapevo che facilmente era credente. 

Infatti mi rispose positivamente ed ecco già risolto il problema. Poi trovato il giusto assetto del discernere fu più agevole dialogare per esempio sulla Bibbia che non è un testo scientifico ma narra di una creazione che si evolve perché ispirata dalla intuizione spirituale che Dio fa le cose con gradualità. E anche il dibattito tra evoluzionisti e creazionisti nasce da opposti schematismi di una stessa ragione astratta. Ideologie. La Bibbia racconta che Dio creò l’uomo dal fango infondendogli l’anima. Si parla dunque sia di evoluzione che di creazione.

La cultura della ragione astratta porta le guide cristiane formate in essa a dare risposte meccaniche, ideologiche, alle persone invece di aiutarle ad entrare in contatto con la Luce serena, a misura, che le illumina e sola con amore e sapienza infiniti sa come aprire gradualmente il loro cuore verso la pienezza della vita, in Cristo. Certi formatori si mettono dunque al posto di Dio e del discepolo invece di aiutare il discepolo a riconoscere lo Spirito che scende su di lui come una colomba e a maturare in tale personalissimo, ben al di là degli schemi, percorso il proprio libero discernimento.

Qualcuno osserva che Gesù ha perdonato l’adultera che volevano lapidare ma le ha anche detto di non peccare più. Ma Egli non le ha dato una risposta prefabbricata, che avrebbe dato a chiunque. Quando perdona i peccati del paralitico e poi lo guarisce gli dice di prendere la sua barella e di andare a casa sua. Rinforzarsi sarà per lui un cammino. All’adultera dunque Gesù elargisce un dono a misura, al tempo opportuno, che lei avverte come un seme meraviglioso e liberante di nuovi orizzonti.

Quando Cristo nel capitolo 4 di Giovanni incontra la samaritana, che aveva avuto cinque mariti, non le intima appunto meccanicamente di credere a lui e di non peccare più. Le chiede da bere perché quella donna affettivamente fragile aveva però potuto ricevere il dono di accogliere anche il nemico giudeo, odiato dai suoi concittadini, anche quelli con un coniuge solo. Ne nasce un dialogo meraviglioso, si comprende di una vita, lungo il quale quella donna scopre il suo cuore aprirsi liberamente, serenamente, pieno di fiducia. Tanto che ella ad un certo punto riconosce nello sconosciuto che le parla un profeta, perché per la prima volta sperimenta l’amore sorprendente, che fa respirare a pieni polmoni, di Dio. 

Quando ci si basa su una ragione astratta restano in vario modo fuori un’anima allora disincarnata ed un resto emozionale-pratico della persona umana. Una reazione sospettosa verso queste dottrine ridotte ad ideologie ma non capace di riconoscere e superare il razionalismo è quella di chiudersi nell’anima disincarnata. 

Non si possono, si sostiene in tal caso, indottrinare le persone, esse hanno bisogno di crescere spiritualmente. Ma l’anima disincarnata propone un cammino spirituale senza prestare una più profonda attenzione a tutta l’umanità della persona specifica, alla sua storia, ai suoi bisogni, alle situazioni concrete che vive… Proprio dove lo Spirito entra con amore, illuminando e rinnovando ogni aspetto dell’esistenza si delegano i discernimenti alla imperante cultura astratta, la sola conosciuta. 

Tutto è ridotto a mera, distorcente, tecnica: dalla morale, alla psicologia, all’economia… ogni aspetto viene anche qui vivisezionato e lasciato allo pseudo esperto. Il quale non matura in una crescita identitaria ed in un solo allora autentico scambio, in mezzo agli altri ma in una sua astratta torre d’avorio. 

Le astrazioni razionaliste e spiritualiste possono indurre altre guide a rifugiarsi nella vita concreta, nel pragmatismo. Anche queste ultime dunque non superando ma solo fuggendo l’intellettualismo. Si considera maggiormente l’incontro concreto, il vivere umano possibile, mettendo da parte tante teorie. Ma così rischiando di gettare via il bambino con l’acqua sporca.

Se non si aiutano a crescere le persone nella loro identità liberamente cercata come potrà avvenire uno scambio che non diventi mera omologazione? La formazione identitaria motiva una crescita profonda, lo scambio aiuta a non arroccarsi in mere ideologie, imparando a superare le disumanità e anche stimolando una vera ricerca personale, comunitaria, intercomunitaria…

Si viene tendenzialmente aiutati a tornare al cuore nella Luce serena. E, magari implicitamente in un non cristiano, verso la vita e gli insegnamenti di Gesù, alle parole di Fatima, sulla vittoria finale del cuore immacolato di Maria. Superando dunque gradualmente il ripiegamento, la spesso inconsapevole ubris, superbia, della ragione astratta, del tecnicismo a tutto campo che sta svuotando il mondo nella distorsione, nel formalismo, nella manipolazione, degli apparati, portandolo al crollo.