Le chiacchiere terreno del tentatore

“Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese” (Is 11, 1-4).

“Chi dice la gente che io sia?” (Lc 9, 18). Il brano di Isaia non è parte delle letture odierne ma aiuta a comprendere il vangelo di questo giorno, di cui ho riportato qui sopra una breve frase. Chiacchiere dei media, chiacchiere di persone della vita quotidiana, talora dovute alla fragilità o agli interessi umani. Solo lo Spirito ci aiuta a non lasciarci confondere da tanto vuoto parlare. Cercando davvero la vita, gli autentici riferimenti della fede, dialogando col padre spirituale, su ogni cosa, come i discepoli fanno con Gesù.

Nella parabola madre di tutte le parabole, come in sostanza la definisce Gesù, egli spiega che la prima tentazione del demonio è quella di togliere i riferimenti. Gli uccelli del cielo, per esempio, divorano il seme della Parola sparso dal seminatore. Quando gli sono stati tolti i riferimenti l’uomo è in balia della superficialità.

Porre dunque profonda attenzione quando qualcuno o qualcosa cerca di toglierti, di confonderti, di distrarti, circa i tuoi punti di appoggio spirituali. Subito tornare ad essi e con essi dialogare.

Il demonio sguazza nell’assenza di un vissuto, approfondito, discernimento perché restare nelle chiacchiere porta nel vuoto già a prescindere da ciò di cui trattino. Gesù è stato tolto alla gente così.