L’attuale drammatica vivisezione della coscienza

Quando nella Chiesa si parla di discernimento non di rado ci si riferisce a circoscritte tematiche spirituali, delle intenzioni profonde. Ma delegando alle scienze umane tanta parte dell’umano si finisce in criteri spiritualistici disincarnati. Il raggio di azione viene talora allargato per esempio a tematiche pastorali sempre riservando altri campi ad un raziocinio alla fine variamente separato dal resto della vita personale. 

 

Sembra non ci si avveda di questa drammatica spaccatura dell’uomo, della sua coscienza integrale, spirituale e psicofisica, ossia del cuore, nella luce serena, a misura. In realtà persino la logica, la matematica, vengono riconosciute sempre più solo in un autentico percorso di maturazione (in Cristo). E ciò può avvenire in modo tendenzialmente pieno proprio scoprendo che lo Spirito di Gesù, la sua grazia è divina e umana. Non calpesta la persona, la persona specifica ma la fa crescere con delicatezza per il proprio cammino, ben al di là degli schemi, verso il pieno compimento del vangelo in lei. Allora tutto l’uomo, non un suo astratto spirito, è condotto nel mistero e vede ogni cosa in modo continuamente rinnovato. 

 

Non possono darsi casistiche, risposte prefabbricate. E solo il soggetto alla fine può operare il proprio discernimento. In ogni cosa si impara da ciascuno, da ogni cultura ma poi si discerne dal vivo, in quella situazione, senza lasciarsi ingabbiare da schemi. Bisogna tornare all’uomo semplice e vivo, umano. La gente in genere subito riconosce, beneficia, di questo amore che la comprende, la aiuta a comprendersi e a crescere serenamente, liberamente. Mentre avverte la distanza dalle astrazioni moralistiche, dagli spiritualismi disincarnati, dagli svuotanti pragmatismi. Il sensus fidei è divino e umano.

 

La persona gradualmente può tornare in contatto naturale col suo cuore (integrale), riconoscere in modo sempre più autentico la luce serena che lo illumina in ogni situazione. E può donargli la fede. E se accolta si manifesta in modo via via nuovo. La vivisezione in ragione astratta, anima disincarnata, resto dell’umano, disintegra la coscienza, vivisezionando allo stesso modo il suo dialogo nello e con lo Spirito.  È la radice ultima dello sfacelo odierno, dell’impero del tecnicismo.