La vera cultura

Gesù non ha scritto perché non enuncia teorie ma parla con amore a misura nelle situazioni specifiche. Per questo, come uomo, afferma di essere stato inviato alle pecore perdute della Casa d’Israele. Ebreo nella storia ebrea. Infatti da risorto appare talora sotto altro aspetto, a misura dell’adeguato, graduale, manifestarsi a quelle date persone. Figlio dell’uomo: Gesù nasce figlio di ogni persona, di ogni popolo. Possiamo chiederci se in certi paesi orientali Gesù suggerirebbe di consacrare come eucarestia il riso e non il pane. Il vangelo nasce da una trasmissione orale, dal vivo. La Parola scritta del vangelo almeno in un cammino va meditata dal vivo, tradotta al vivo nelle situazioni ecclesiali specifiche. E la Parola matura nella vita concreta delle persone, non si tratta di una teoria intellettualistica ma di sempre nuova consapevolezza del cuore nella luce. La vera cultura rimanda alla viva condivisione, alla vita vissuta. Dove ogni persona, ogni situazione, è in vario modo una parola di Dio. Solo lasciandosi portare, ciascuno secondo le personalissime vie, tappe, della propria crescita, da questa luce si entra nel mistero e si vede ogni cosa, persino, la matematica nelle sue impostazioni di fondo, in modo sempre nuovo. Le competenze specifiche, i ruoli specifici, solo in questo contesto trovano la loro vitalità. Altrimenti possono diventare gabbie formali. Sciogliete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere.