La Trinita’ vivisezionata

La cultura razionalista viviseziona ogni cosa perché parte essa stessa da una vivisezione dell’umano. Infatti basandosi su di un’astratta ragione tende ad escludere l’anima ed il resto emozionale-pratico della persona.

Vivisezionare significa rischiare di schematizzare, di togliere vita. Consideriamo per esempio la Luce di Gesù, Dio e uomo. L’intellettualismo può ridurla a dottrina; lo spiritualismo a sapienza disincarnata; l’emozionalismo, il vitalismo, il pragmatismo, a vario mero fare.

Una Luce che già in partenza può risultare preincanalata, chiusa alla vita piena, con tutti i suoi sempre nuovi doni e le sue sfumature. Una sordità strutturale.

Si può osservare che stiamo trattando di riduzionismi che paiono tendenze possibili in ogni epoca, non solo nella cultura razionalista. Pensiamo ai farisei, agli esseni, ai sadducei (e agli zeloti), del tempo di Gesù. Ma il razionalismo onnipervasivo di oggi accentua tali pericoli.

Una Luce precostituita come dicevo orienta ad una certa sordità, stimola meno la sete piena di lei perché ingabbia persino tale desiderio. Chi la vede in un’astratta dottrina, chi in una vita spirituale meno attenta all’umano specifico, chi la trova nell’umano specifico ma svuotato di ricerca profonda.

I codici fanno comodo al potere perché tolgono la ricchezza della realtà viva, con tutte le sue sfumature, i suoi contributi. Forse l’identitarismo può prevalere nelle economie industriali, lo spiritualismo in quelle agricole, il pragmatismo in quelle virtuali, globalizzate, secondo dunque i loro diversi bisogni. Ma il formarsi di tali orientamenti può a sua volta incidere sugli sviluppi concreti. Pensiamo al pragmatismo dell’impero romano.

Riaprisi alla Luce tutta intera significa già stare più pienamente sulla via di Gesù, Dio e uomo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. Dio e l’uomo possono incontrarsi adeguatamente solo nello Spirito. Solo la Trinità va oltre le vivisezioni. Persino il Signore può venire incasellato come Dio dottrinale o come Spirito astratto o come terreno, omologante, umanesimo.

Fin dalla scuola la libera ricerca identitaria ed il solo allora autentico scambio, due momenti distinti e complementari, sembrano la strada per aiutare l’apertura alla Luce tutta intera, da ovunque provenga.

“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1, 14-15). La parola del testo originale, metanoeite, non indica, come prima talora si traduceva, una penitenza. Né significa, per certi versi ancora moralisticamente, una conversione, un cambiare con le nostre inesistenti forze. Come poi si è passati in molti casi a leggere. Essa opera l’accogliere il dono, nella misura in cui ci viene elargito dal Signore, di percepire oltre. Il regno dei cieli è vicino, godete di questa grazia meravigliosa e lasciatevi da essa portare sempre oltre. “Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!”.