Lc 6,39-42 Venerdì 13 settembre 2024, San Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della Chiesa
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
***
In quel “togli prima” possiamo leggere un tempo infinito. Non finirò mai di togliere la trave dal mio occhio. Solo Dio sa come amare in modo meraviglioso ogni persona. Meglio non mettersi al posto di Dio e di quella persona. Ecco già la possibile trave, quando ci si vuole sostituire a Dio e a quella persona. Ciò non vuol dire passare in ogni situazione dall’altro lato del non fare nulla. Importante è comprendere nel cuore questa sproporzione. Ma per esempio un genitore deve cercare di guidare il figlio piccolo. Non può lasciarlo a sé stesso in ogni occasione. Oppure altro esempio il formatore spirituale in tanti casi non affiderà il ruolo di catechista ad una persona non avviata da tempo ad un cammino spirituale. Bisogna però lasciare sempre spazio al mistero, nella preghiera, perché solo Dio sa come guidare le persone. È quello che impara il grande profeta Samuele. Aveva scelto Saul per la sua alta statura e quando si accorge di aver sbagliato ancora insiste con questa tendenza erronea. Però ha un piccolo cambiamento, in realtà grandissimo. Chiede a Dio se tra i fratelli più grandi, ancora i più grandi, di Davide vi sia il prescelto. Ma appunto ora lo chiede a Dio e Dio gli fa scegliere il più piccolo, Davide appunto. Non perché sia piccolo di statura o di età ma perché uomo secondo il suo cuore. Dunque preghiera e affidamento a Dio.
La scelta di Samuele (Vangelo di venerdì 13 settembre 2024 e commento)
Lc 6,39-42 Venerdì 13 settembre 2024, San Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della Chiesa
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
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In quel “togli prima” possiamo leggere un tempo infinito. Non finirò mai di togliere la trave dal mio occhio. Solo Dio sa come amare in modo meraviglioso ogni persona. Meglio non mettersi al posto di Dio e di quella persona. Ecco già la possibile trave, quando ci si vuole sostituire a Dio e a quella persona. Ciò non vuol dire passare in ogni situazione dall’altro lato del non fare nulla. Importante è comprendere nel cuore questa sproporzione. Ma per esempio un genitore deve cercare di guidare il figlio piccolo. Non può lasciarlo a sé stesso in ogni occasione. Oppure altro esempio il formatore spirituale in tanti casi non affiderà il ruolo di catechista ad una persona non avviata da tempo ad un cammino spirituale. Bisogna però lasciare sempre spazio al mistero, nella preghiera, perché solo Dio sa come guidare le persone. È quello che impara il grande profeta Samuele. Aveva scelto Saul per la sua alta statura e quando si accorge di aver sbagliato ancora insiste con questa tendenza erronea. Però ha un piccolo cambiamento, in realtà grandissimo. Chiede a Dio se tra i fratelli più grandi, ancora i più grandi, di Davide vi sia il prescelto. Ma appunto ora lo chiede a Dio e Dio gli fa scegliere il più piccolo, Davide appunto. Non perché sia piccolo di statura o di età ma perché uomo secondo il suo cuore. Dunque preghiera e affidamento a Dio.