La politica del Titanic(o)

Certamente sganciarsi da questa Europa dei potenti che decidono senza rendere conto a nessuno e creando una dittatura onnipervasiva è decisivo. Ma il punto è il vuoto di anima di tutte le proposte. Anche chi fa sfoggio di cultura tratta in realtà di mera erudizione. Se non ci si orienta verso l’affidare agli unici legittimi detentori, il popolo, ciascuna persona, la scelta della formazione scolastica e di qui di una più viva partecipazione il potere sarà sempre appannaggio di un’oligarchia regolatrice di tali decisive leve del potere odierno. Avevo previsto da tempo il parlamento uniformato e anche le nuove opposizioni non riescono ad uscire dalla gabbia della cultura della ragione astratta, che svuota di vissute ricerche integrali e dunque anche di autentico scambio. Si resta nelle mere proposte pratiche, tipiche del vuoto spirituale-culturale odierno. Non si vede il nulla assoluto di tanta pseudo cultura? Il suo sfacciato vantare competenze come se lo sfacelo crescente non bastasse a dimostrare la propria inanità? Non la cultura di qualche erudito ma la maturazione di un popolo potrà cambiare le carte in tavola ed impedire di appoggiare sempre nuovi oppositori che si serviranno delle speranze degli oppressi per ricavarsi un posto al triste sole del potere. Già lo si vede nelle lotte per la supremazia tra quattro gatti, nel puntare sulla visibilità invece che su un’autentica, partecipata, ricerca del vero. Già lo si vede nella citata supponenza di chi è stato in precedenza al potere portatovi dalle speranze della gente. https://gpcentofanti.altervista.org/nuove-vie-di-rinascita-personale-e-sociale/