La musica della verita’ viva

La musica della verita’ viva

In una società che talora ascolta poco, quanto potrebbe venire riscoperto il sacramento della riconciliazione se questa venisse intesa come seme di grazia integrale, spirituale e umana, che aiuta con ogni bene la persona a ritrovare sempre più tutta sé stessa, le vie, le tappe, della sua crescita a tutto campo. Per chi lo desidera, un luogo anche di dialogo con sacerdoti scoperti come preparati in tal senso. E che saranno più diffusi con lo svilupparsi di tale spiritualità.

 

Nel capitolo 13 di Giovanni emerge la ritrosia dei discepoli a lasciarsi lavare i piedi da Gesù. L’amore di Cristo è così senza limiti da poter scandalizzare. Forse non è un caso che negli altri vangeli non viene riportato questo episodio. Forse in Giovanni, vangelo scritto per ultimo, scopriamo un ulteriore, per grazia,

impegno di attenzione al senso profondo della vita, dei gesti, del Signore. Anche al di là di quello che lo stesso evangelista comprendeva. Una maturazione nel promesso cammino verso la verità tutta intera che sempre conduce in modo rinnovato alla vita di Gesù.

Si può trattare di piste di vissuta riflessione ricche di scoperte. Per esempio nel superamento di certi recinti entro i quali comprendiamo l’eucaristia.

 

Anche oggi sussiste il pericolo di ingabbiare la fede dentro paletti terreni a causa di una meno profonda libertà nel discernimento, per esempio di un certo moralismo. Così come la via della sinodalità è davvero appena in germe perché possa in ogni situazione avvenire di non restare impelagati in logiche istituzionali, d’apparato. Tra una certa facilità del dire ed un vario rischio del fare vi può essere di mezzo il mare. Forse si è talora troppo poco preparati a gestire un’apertura alla verità da qualsiasi parte provenga. Mancano esperienze in tal senso. Un possibile segnale: si parla in qualche caso poco delle concrete difficoltà, delle eventuali soluzioni, in proposito.

 

Comprendiamo ancor meglio se la storia anche della Chiesa non è sempre immune da logiche di potere, che magari vi siano persino santi sì ma, non per colpa loro, di sistema. Si può altresì giungere ad essere più realisti del re in certe forme interessate di fedeltà che risultano di peso al re stesso. Per esempio perché cose che il papa, la gerarchia, non sono nelle condizioni di affermare, di proporre, nascerebbero invece validamente dal basso fornendo nuovi margini di intervento anche ai pastori.

 

Certe eventuali, tra alcune guide, chiusure, sordità, rischiano di tarpare non poco le ali alla vita della Chiesa. Ma Dio sa come condurla. Talora si direbbe che la vera crescita avviene dal basso, nella vita quotidiana della gente, in un cammino magari apparentemente lentissimo a livello di alta istituzione ecclesiale. I piccoli si rivelano non di rado i più inclini ad un ascolto libero da strutturazioni statiche, pronto a cogliere con semplicità l’umano che si manifesta. Questa apertura è più profonda di un orientamento sia pure in tante cose innovativamente equilibrato. Schiude ad un continuo rinnovamento, ad un sincero dialogo, ad imparare in mille modi da ogni persona, al di là dei meccanicismi.

 

Si può vivere di discernimenti asfittici, in tante cose schematici. La coscienza si assopisce, innesta spesso il pilota automatico. Mentre, almeno in un graduale percorso, potrebbe tendere a vivere come unico e irripetibile ogni momento, ogni gesto. A cominciare da una lettura sempre nuova, viva, della Parola. Che arricchisce di nuove chiavi di lettura senza chiudere in esse.

 

Rinasce, si recupera, sempre più tutta la concreta umanità dell’uomo. Non di rado chiusa invece in riduttivismi di ogni tipo, come le logiche astratte e di apparato. Ci si apre tendenzialmente al senso vivo, integrale, della vita reale, specifica. Si riscoprono per esempio i mille aspetti vitalizzanti, risolutivi, della fantasia, spesso non così considerata nella stessa formazione spirituale. Mentre tale facoltà può contribuire tra l’altro a far percepire la onnipotente capacità dello Spirito di renderci felici persino in un solo istante, di darci anche ogni bene. Compiendo un salto anche davvero grande nella fede. Se credi, per una grande grazia, che lo Spirito ti può sconvolgere di pienezza totale di vita ecco che ciò è già avvenuto o stai sulla via per assorbire pienamente tale fiducia. La fede più profonda non è una mera emozione, nemmeno necessariamente un particolare fenomeno soprannaturale, ma semplicemente un credere donato dal cielo.

 

È tutto un magari graduale rigogliare, esplodere, di vita, di creatività. Si intuisce la fecondità, la bellezza, del cercare una sempre più autentica sintonia dal vivo con la vita reale, specifica. Imparando a riconoscere, a lasciarsi portare, nella serena coscienza, nel cuore, dalla musica dello Spirito. Prima in varia misura silenziata, assordata, dalle ansie, dai moralismi, dalle smanie, dalle complicazioni, dalle strutturazioni prefabbricate…

 

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