La fede al tempo del coronavirus

La fede al tempo del coronavirus

La società della tecnica, delle soluzioni solo tecniche, del pensiero, persino del filantropismo, omologati. Tutto ciò è costretto a rallentare, quasi a fermarsi, in questo momento drammatico. Ci si riunisce nelle famiglie, negli istituti religiosi. C’è tempo per pregare. Non si può fare molto. Ma l’orazione non è la sorgente?

Ognuno può pregare con semplicità, come può, quanto può, senza forzature. Anche un solo “aiutaci” è un seme di grazia potentissimo, che crescerà. Le distrazioni involontarie non tolgono nulla alla preghiera. Essa invece porta frutto se apre il cuore a Dio ed in Lui agli altri, specie ai sofferenti. Alcune cose che Gesù suggerisce, può donare, circa la preghiera sono la sincerità (prega in camera tua, insomma non per costume sociale, mero formalismo), una germinale fiducia (più che di camera Egli parla di dispensa) e la semplicità (non sprecate parole, pensando di venire ascoltati a forza di parole). Si può pregare in mille modi, ognuno trovi con naturalezza il suo. C’è chi prega leggendo un libro di spiritualità o la storia di un santo o il vangelo del giorno col commento. Nel vangelo troviamo la fede, l’amore, di Gesù. Che la grazia non finirà di farci scoprire nelle sue mille sfumature. E la Parola è un seme che cresce in noi e ci porta con amore in un cammino personalissimo, ben al di là degli schemi, verso il suo compimento. Viviamo con semplicità ciò che ci fa maturare. Passiamo dal capire col cervello e fare col volontarismo alla fede. Cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio? Questa è l’opera di Dio (più e prima che degli uomini. NdR) credere in colui che egli ha mandato.

Preghiamo come si può anche insieme, nelle famiglie. Non disprezzare neanche un segno della croce fatto liberamente insieme a tavola. Un ciao a Dio insieme prima di dormire. Un angioletto di Dio pregato con i figliolini all’ora della nanna. Fiumi di grazia scendono in questi momenti. Sentiamo di pregare insieme, in tutta Italia, in tutto il mondo, convocati in modo speciale da Dio in questo tempo. Preghiamo per i malati, per gli ospedalieri, per tutto e per tutti.

Dio, che certo non causa alcun male ma ci aiuta e ci sostiene sempre, sembra riportarci alle sorgenti semplici e buone della vita. Non da energumeni, né da spazzatura ma con la nostra umanità, di creature, con i loro doni e con i loro limiti. E non è dolce essere creature tra le braccia di un Padre meraviglioso? Uniamoci alla preghiera, alla meditazione, di ogni persona di altra religione, ai sospiri di ogni uomo. Ognuno alla ricerca libera e profonda dei valori in cui crede e aperti ad imparare da tutti. Per noi cristiani ogni briciolo di verità è un seme di Gesù.

Un grido sale dell’umanità. Nel testo originale del vangelo delle beatitudini scopriamo che quando afflitti andiamo a piangere da Dio è Lui che ci ha chiamati accanto. Per consolarci, donarci fiducia, mostrarci le vie per le quali con amore infinito ci vuole aiutare. Pensiamo con Lui ai modi adeguati per starci vicini, specie ai sofferenti, per costruire insieme. Fa davvero riflettere che questo sia il tempo della quaresima, della preparazione alla Pasqua, al passaggio ad una vita nuova.