La fecondazione di Cana

La fecondazione di Cana

Nell’attuale cultura soffocata dai codici degli apparati vi è qualche minima feritoia per il pullulare dei semi della vita reale. Quando pubblicamente riescono ad emergere nel frequente omologato grigiore autentici spunti innovativi essi potrebbero pervenire da questa poco considerata esistenza concreta, da persone concrete, da uomini di profonda cultura e da profeti che non possono che trovarsi ai margini del sistema. Gente che resterà totalmente ignorata sul piano ufficiale. Se emergono intuizioni, piste, davvero nuove, non incanalati sviluppi di dinamiche al fondo razionaliste, si può tentare per esempio attraverso i motori di ricerca di risalire alle possibili vere fonti. Anche perché luci autentiche non escono fuori dal nulla ma da vivi orientamenti spesso innovativi. Permettendo di comprendere meglio tante cose. Di cogliere vie ricche di sviluppi. Ma anche i motori di ricerca non sono tarati sulla profezia e comunque nei loro automatismi non agevolmente permettono queste perlustrazioni.   

 

Certo vive ricerche stimolano il rovistare tra gli anfratti dei media per scovare voci profonde e libere senza perdere troppo tempo dietro la ripetitività delle notizie mainstream. Ma il continuo svuotamento spegne e magari sono sempre meno i setacciatori di pepite d’oro. Solo il Signore conduce la storia e sa come far incontrare, specie dal vivo, le persone, come far fruttificare questi semi.

 

Gesù stesso parla del chicco di grano che muore nella terra, dei semi gettati con abbondanza nelle pieghe della storia. Fin dalle nozze di Cana non di rado si tratta di una fecondazione nascosta. Il Magnificat canta questa storia reale condotta da Dio con la collaborazione di tanti piccoli che allora scoprono di trovarsi su percorsi misteriosamente spesso tra i più vitali, tra i più prolifici, anche se, Dio volendo, la cultura pubblica potrebbe offrire un ben diverso contributo accogliendo, dando spazio, con attenzione, ad ogni sincera ricerca.