La differenza decisiva tra i corsi e i percorsi di fede

La differenza decisiva tra i corsi e i percorsi di fede

Il Signore disse ad Abram:

«Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria

e dalla casa di tuo padre,

verso il paese che io ti indicherò.

Farò di te un grande popolo

e ti benedirò,

renderò grande il tuo nome

e diventerai una benedizione.

Benedirò coloro che ti benediranno

e coloro che ti malediranno maledirò

e in te si diranno benedette

tutte le famiglie della terra».

Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan (Gn 12, 1-5).

Abramo ha molte cose nella sua terra ma vive una crisi interiore: non ha figli. E Dio lo chiama proprio rispondendo, e mille volte di più, a quell’anelito di realizzazione. Dunque non impone all’uomo un perfezionismo sotto minaccia di sanzioni ma propone un cammino con lui verso la vita piena.

Il seme che il Signore mette nel cuore del patriarca è proprio quello di vivere sempre più unito a lui, lasciandosi portare oltre gli attaccamenti terreni: i beni materiali (la casa di tuo padre), quelli affettivi (la tua patria), quello al potere, alla propria mentalità-cultura (il tuo paese). Un lasciarsi riempire di Dio e allora svuotare di sé integralmente. La via Dio gliela mostrerà passo dopo passo in questo cammino personale e comunitario.

Per il cristiano perciò la liberazione, la pienezza, vengono in un graduale percorso di fede. Oggi anche nella Chiesa talora si riscontrano corsi più che percorsi. In alcuni casi incontri nemmeno autorizzati e dunque non in una fede più autentica. Insomma in vario modo vie gnostiche, di liberazione attraverso consapevolezze mentali.

Una conseguenza-segnale di tali cerebralismi, magari di nuovo genere, è la sordità delle guide ad ascoltare altro che la propria cultura. Al contrario dei ragionamenti pur nuovi la fede apre a lasciarsi portare oltre. Ma paradossalmente solo questo oltre permette il rivelarsi di Dio e anche dell’uomo perché l’uomo, figlio di Dio, solo in lui può sempre più trovarsi. Gesù è la Parola perché è l’ascolto di Dio ed in lui degli uomini. Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. Solo per questa strada si scoprono gli autentici passaggi, collegamenti, degli aspetti della crescita.

I cerebralismi invece frammentano, giustappongono… Vivisezionano, spengono, rendono sordi. Poco assetati di luce. Oggi certi movimenti sedicenti cristiani in cerca di liberazione interiore si mostrano nella vita concreta chiusi, impossibilitati all’oltre. Farraginose esperienze della mente. Non ascoltano, non dialogano, devono solo imporre il proprio pensiero, ingabbiando pur germinali aneliti ad un rinnovamento.

Quando la guida non è assetata anche delle intuizioni altrui ma solo delle proprie potremmo dire che già così si vede che non potrà mai realmente contribuire ad uscire dall’attuale sistema di manipolatori e manipolati. Non si intuisce nemmeno che la democrazia autentica necessita della libera scelta, fin dalla scuola, della formazione alla luce dell’identità cercata e nel solo allora autentico scambio con gli altri. Molti oppositori e critici degli apparati attuali vogliono anch’essi imporre a tutti la propria salvifica visuale. L’identità senza scambio chiude le persone, lo scambio senza identità le svuota. Identità e scambio quando si contrastano tra loro in realtà si spalleggiano nel manipolare le persone. Significativo osservare che certi sedicenti rivoluzionari rifiutano la scuola delle identità e dello scambio anche quando viene loro proposta.