La determinante questione di una vera sinodalita’

Un’autentica sinodalita’ può rivelarsi la via della rinascita della Chiesa e di qui dell’umanità.
Infatti la sinodalita’ va a toccare tutti i punti concreti di sblocco da orientamenti che stanno conducendo allo svuotamento, spoglianento, omologazione, manipolazione, di tanti nella società. Al punto da poter rendere la stessa sinodalita’ una mera catena di trasmissione di direttive dall’alto.

Un primo fondamentale aspetto circa tale argomento lo troviamo nei vangeli. È il cammino dei discepoli con Gesù. Un percorso di fede personale e comunitario lasciandosi portare da Cristo, nel dialogo, nella condivisione. Quando si fanno in eterno riunioni, incontri senza mai entrare in un cammino di fede è in fondo ancora la persona a guidare, ella non impara a lasciarsi condurre da Gesù. Quando la guida è la sola a parlare la sinodalita’ è già morta alla fonte. Lì, nella sequela concreta di Cristo nei vangeli, vediamo in un nuce le radici di un’adeguata sinodalita’.

Gesù stesso manifestava che chi ascoltava con lui la Parola, chi cercava la volontà del Padre, era per lui fratello, sorella e madre. Osserviamo anche, per esempio, la modalità di partecipazione delle donne, anche della stessa madre del Signore. O la continua rinnovata scoperta di Gesù. Lo Spirito vi condurrà alla verità tutta intera ricordandovi quello che vi ho detto. Un sempre rinnovato ritorno ai vangeli, meditati, confrontati, con la vita con sempre nuova attenzione. La vita di Cristo nei vangeli è e sarà sempre una miniera di scoperte nuove del suo concreto discernere divino e umano.

L’attesa del sempre nuovo manifestarsi di Gesù costituisce un potente aiuto alla sinodalita’ ed un freno al prevalere degli apparati. Il Messia che deve venire è una spina nel fianco del potente che vuole dominare e uno stimolo alla libera ricerca e partecipazione di ciascuno.

Rileviamo dunque che la sinodalita’ matura in graduali percorsi personali e comunitari di fede ma non può venire ingabbiata dai formalismi dei ruoli, delle competenze. In tale ultimo caso essa si trasforma in un sistema programmato dai codici di apparato. Certo esiste e deve esistere un Magistero, una guida, dei pastori. Ma il vangelo è vivo anche per la partecipazione di tutto il popolo, anche dei non credenti, ognuno incluso nel modo adeguato. Immaginiamo un profeta in antropologia teologica? Nella società della comunicazione mediatica per esempio il non poter intervenire nel dibattito pubblico costituisce un grave vulnus ad una vera sinodalita’, ad un’autentica crescita di ciascuno.

Gesù molte volte guarisce le persone e le rimanda in sinagoga o a casa loro. Libera e stimola il personalissimo cammino di ciascuno. Solo così può avvenire poi anche, in momenti distinti, l’autentico scambio con i cercatori di altre visuali. Una scuola del falso neutralismo razionalista costituisce un duro colpo ad una viva sinodalita’. Invece una scuola delle libere ricerche religiose, filosofiche, personali e comunitarie ed in momenti distinti del solo allora autentico scambio favorisce l’uscita dallo spegnimento del mero pseudo tecnicismo. Perché la ricerca identitaria motiva il vivere concreto, lo scambio lo stimola a non chiudersi in schemi ma a cercare l’autentico benessere umano. Identità senza scambio, scambio senza identità, fusione e non distinzione di momenti circa identità e scambio, sono strade che spengono la maturazione e la partecipazione di ciascuno. E favoriscono le chiusure ideologiche, ed i codici di sistema.

Si può dunque parlare di sinodalita’ e addirittura spegnere una vissuta, partecipata, ricerca del vero, ad essa anche completamente indifferenti. Ma una Chiesa dominata dal tecnicismo e dai codici di apparato rischia di ritrovarsi per certi aspetti sulla stesso Titanic del resto della società. Può riscontrare di avanzare senza da alcuni lati potersi fermare verso lo scontro con l’iceberg. È davvero impressionante che anche un filosofo non credente abbia affermato dunque con sarcastica disperazione che ormai solo un Dio ci può salvare. Ma è proprio quello che Gesù ha promesso alla Chiesa. Dove sono sincere aperture del cuore viene il Redentore e apre strade sempre nuove. Proprio come al tempo della sua vita terrena.