Isaia: il fischi per fiaschi del potere

Isaia: il fischi per fiaschi del potere

“Egli si aspettava giustizia

ed ecco spargimento di sangue,

attendeva rettitudine

ed ecco grida di oppressi” (Is 5, 7). Nel testo originale giustizia = mispat e infrazione contro la giustizia (o spargimento di sangue) = mispah; rettitudine = sedaqah e grida di oppressi = seaqah.

Il “fischi per fiaschi” del potere era conosciuto già nell’Antico Testamento. Il continuo, onnipervasivo, rivolgere tutto a proprio vantaggio del pensiero unico del sistema. Realtà oggi particolarmente difficile da contrastare perché la grande informazione e cultura sono in mano al potere. Le vie del discernimento sono strutturalmente falsate dall’assenza di una libera formazione e informazione. La gente non può davvero partecipare, la vissuta ricerca del vero è cancellata dai criteri di apparato.

“Perciò il mio popolo sarà deportato

senza che neppure lo sospetti.

I suoi grandi periranno di fame,

il suo popolo sarà arso dalla sete.

Pertanto gli inferi dilatano le fauci,

spalancano senza misura la bocca.

Vi precipitano dentro la nobiltà e il popolo,

il frastuono e la gioia della città.

L’uomo sarà umiliato, il mortale sarà abbassato,

gli occhi dei superbi si abbasseranno.

Sarà esaltato il Signore degli eserciti nel giudizio

e il Dio santo si mostrerà santo nella giustizia.

Allora vi pascoleranno gli agnelli come nei loro prati,

sulle rovine brucheranno i capretti.

Guai a coloro che si tirano addosso il castigo

con corde da buoi

e il peccato con funi da carro,

che dicono: «Faccia presto,

acceleri pure l’opera sua,

perché la vediamo;

si facciano più vicini e si compiano

i progetti del Santo di Israele,

perché li conosciamo».

Guai a coloro che chiamano

bene il male e male il bene,

che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre,

che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro.

Guai a coloro che si credono sapienti

e si reputano intelligenti” (Is 5, 13-21).

Il profeta avverte che la società così va verso il crollo per gli interessi del potere, senza che neppure lo sospetti.