Intenti buoni e vie complementari

Intenti buoni e vie complementari

L’avvicinarsi nell’incontro, nella condivisione di opere, può nascere da motivazioni buone e avere risultati validi. Bisogna porre attenzione a sviluppare adeguatamente anche l’altro, distinto e complementare, capo della questione quello del libero sviluppo, pure esso fin dalla scuola, delle identità. Altrimenti si può finire involontariamente per favorire l’omologazione, il pensiero unico, che tanto fa comodo ai dominatori attuali, finanza e big tech, perché in nome di un falso bene, di un mero tecnicistico fare, tende a spegnere e manipolare le persone rendendole meri individui consumatori persi in una massa anonima.

Segnalo che questa terza via non emerge nel dibattito mediatico che resta confinato al bianco o nero dello scontro tra identità o scambio. Che considerati in modo unilaterale o mescolati senza unirli e anche distinguerli, finiscono comunque in varia misura per chiudere le persone ad un’autentica crescita. Potendo renderle più facilmente preda dei potenti.

Questa via è ancora compresa da pochi tra le guide a causa delle schematizzazioni del razionalismo (https://gpcentofanti.altervista.org/una-chiesa-famiglia/) e del, in parte, conseguente chiudersi della comunicazione attuale nei circuiti del potere e dei suoi formalismi istituzionali che impediscono una viva, partecipata, ricerca del vero, col contributo di ogni uomo.