Immersi nella grazia (Vangelo di domenica 26 maggio 2024 e commento)

Mt 28,16-20 Domenica 26 maggio 2024, Santissima Trinità, anno B

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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La fede non è un’etica, fare cose buone, ma un cercare di accogliere la luce che Dio infonde nel nostro cuore. Imparare gradualmente ad ascoltare questa luce serena, piena di buonsenso, distinguendola da tante luci, voci, interne a noi stessi ed esterne che ci confondono, ci complicano la vita. Così scopriamo che Dio ci parla, cammina con noi, ci dà appuntamenti. Una signora mi disse di aver scoperto una cosa semplice e bellissima: in famiglia erano tutti credenti ma da poco avevano scoperto la grande grazia, la gioia, di fare a tavola il segno della croce. Gesto piccolo, semplice e bellissimo, fiumi di grazia. Ecco un appuntamento di Dio con quella famiglia. Dio in mezzo a loro, vicino a loro. Gli apostoli avrebbero potuto fare chissà cosa di buono invece di andare sul monte indicato da Gesù. Gesù è misericordioso ma certo andare dove Gesù gli ha dato appuntamento ha permesso a quei discepoli di lasciare operare più pienamente Dio. Gesù risorto dando quell’appuntamento tramite le pie donne dice: là mi vedranno. Il demonio non può ingannare quelli che hanno scelto il bene facendo fare cose cattive, perché così almeno alcune volte non ci cascherebbero. Gli suggerisce falsi beni, beni minori, li porta dalla fede di cercare la volontà di Dio all’etica di fare qualche bene di testa propria. Cercare il contatto con Dio è stata una luce per la famiglia di cui sopra che ha scoperto la gioia di un segno di croce. Una persona vive un momento di confusione interiore, grandi insicurezze, timori. Va dal medico, dallo psicologo, ma non risolve. Alla fine chiede aiuto a Dio e lì nasce una fiducia nuova, una speranza, una consolazione. Allora va a parlare con un sacerdote che sapeva serio e sereno e le si aprono nuovi passaggi. La vita gradualmente si apre ad un oltre impensato. Quella persona sta scoprendo la grazia di non vivere un bene di testa propria, già cosa buona certo, ma la grande grazia di essere portata dallo Spirito di Gesù.
Scopre Dio vicino, supera gradualmente tante oscurità. Anche quei discepoli vedevano Gesù risorto e ancora dubitavano. Ma cercando il contatto con lui gradualmente hanno superato quelle difficoltà. Gesù dunque oggi ti propone un salto: dal fare il bene da solo, cosa già
buona, all’ascoltare la luce che hai nel cuore e che ti mette in contatto con Dio, che è li, vicino a te, ti porta gradualmente a vedere ogni cosa in lui. Tante difficoltà piano piano si risolvono, altre le vivi in modo nuovo, e intanto questa luce ti sostiene, ti tocca il cuore, sempre più. Battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo significa aver ricevuto il dono di vivere immersi in questa grazia e gradualmente di scoprirla, di goderla.