Il vivo tornare a Gesu’ e i dialoghismoi

Il vivo tornare a Gesu’ e i dialoghismoi

Gesù  ha affermato di essere stato inviato alle pecore perdute della casa d’Israele. Cosa può significare? Gesù era ebreo, figlio di quel popolo e della sua storia. Osserviamo che non ha scritto: forse perché non parla in astatto ma in situazione specifica? Gesù non teorizza ama le persone specifiche. Ci si può chiedere se ciò implica che il vangelo va tradotto al vivo, nelle particolari situazioni.

Magari in certi paesi orientali invece del pane si potrebbe usare il riso per consacrare l’eucarestia? È un caso che proprio tra i paesi che non usano il pane come cibo di base vi siano quelli tra i meno diffusamente convertiti al cristianesimo?

Colpisce che nei vangeli Gesù risorto spesso non venga riconosciuto dalle sembianze fisiche ma nella fede, il vangelo talora racconta che Gesù si manifestò sotto altro aspetto. Appunto a misura?

Un altro motivo dell’invio ad Israele potrebbe risiedere nella natura personale e comunitaria della vita e della evangelizzazione cristiana. Gesù stesso cresce nel suo popolo, Figlio dell’uomo sembra il suo suo titolo preferito (che può confermare quanto sopra, si pensi anche alla meticcia, non ebrea, acheropita Madonna di Guadalupe). Dunque un cammino personale e comunitario e una possibile apertura ad altre realtà, comunità.

Nei vangeli Gesù sembra orientare sempre all’essenziale, liberando da tanti formalismi considerati in modo errato. Ci si può chiedere se questo non possa sempre più consapevolmente divenire un cammino della Chiesa: riconoscere i pochi riferimenti essenzialissimi e lasciare sul resto libertà di espressione. Se affermo che l’eucarestia non è il corpo di Cristo ma un simbolo sono fuori della piena fede cristiana. I criteri invece di recezione di essa bisogna considerarli prima di tutto meditando ciò che Gesù ha asserito e operato nei vangeli e qui vi possono essere sorprese che perlomeno stimolano prudenza in certe dogmatizzazioni (derivanti da autoreferenziali ragionamenti astratti che Gesù chiamava διαλογιςμοι).

Ancora una volta un problema è il dedurre con le proprie logiche sorde persino ai vangeli, al cercare di tornare sempre più profondamente a Gesù, come egli stesso ci ha insegnato. Ma certo si tratta di doni di grazia prima di tutto.
Quelle qui espresse sono solo domande poste in una comune ricerca ecclesiale, nell’obbedienza alla Chiesa e con l’aiuto di tutti. Allo stesso modo propongo al link seguente uleriori domande:
https://gpcentofanti.altervista.org/mental-coach-c-lambivalenza-della-fuga-pragmatista/