Il prodramma

Il prodramma

Un programma che appare desolatamente tecnico. Si parla di Europa ma non si accenna alla differenza tra un’Europa del parlamento, del popolo e un’Europa di un governo senza alcun controllo. Si parla di patrimonio identitario umanistico senza alcun riferimento, fin dalla scuola, ad una libera ricerca identitaria e ad un solo allora autentico scambio. Si parla di unità ma non di onnipervasivo uniformismo. Si parla di slanci senza alcun reale slancio che non sia un venire teleguidati dall’alto. Si parla di annullamento di tante realtà che hanno costituito una fonte di plurale ricchezza spirituale, sociale, culturale. Sempre più a favore dei grandi, omologanti, potentati economici.

Si consuma nel falso pathos di una falsamente comune lotta in realtà a vantaggio di pochi dominatori il prevedibile dramma di un parlamento sempre più uniformato. Perché dove il potere decide la falsamente neutra formazione e l’informazione si crea nel tempo una classe di manipolatori, al servizio di pochi potenti, e alla fine della falsamente neutra tecnica, e una di manipolati spogliati di tutto.

Siamo figli dell’intellettualismo. Anche chi si oppone cerca alternative meramente tecniche. E rischia di venire fagocitato dal sistema. È possibile una feconda rinascita a tutto campo sulle nuove basi culturali suddette, la difficoltà sta nel comprenderlo data la secolare conformazione razionalista in cui si è cresciuti.