La questione fontale del pendolo

Il razionalismo mostra sempre più le conseguenze delle sue astrazioni, del suo tecnicismo che svuota le persone, le omologa, le manipola, finendo per spogliarle di tutto e schiavizzarle nei meccanismi delle sue logiche di apparato. In questa situazione sempre più precaria e a pericolo da più parti di crollo definitivo prendono a germogliare qua e là i semi di un superamento di tali impostazioni di fondo.

Non si può calcolare a tavolino la vita è necessario entrare in contatto con la realtà viva, specifica. Ma come un eterno pendolo si rischia di passare ora da Platone ad Aristotele. Dal mondo delle idee a quello della mera pratica. Dall’autorità del padre all’assenza totale di riferimenti. Se non si metabolizza il rapporto col padre e la madre culturale e anche quello con i genitori concreti non si troverà mai il bandolo della matassa della propria vita e neanche di quella della società. Solo Gesù, Dio e uomo, sul quale lo Spirito scende come una colomba ci mostra la via dell’adeguato rivelarsi e incarnarsi del vero nelle persone, nelle situazioni, specifiche.

Solo venendo portati secondo il nostro personalissimo, ben al di là degli schemi, cammino nel mistero di Dio, dell’uomo, del mondo, vediamo ogni cosa, persino la logica, la matematica, la scienza, in modo sempre nuovo e vivo. La nostra esistenza si anima, si colora, di vissuta ricerca personale e di incontro, di scambio, con le altre.

Solo l’amore tra il Padre e il Figlio nello Spirito è la chiave che scioglie tutti i nodi e apre tutte le vie. Solo Gesù, Dio e uomo, ce la rivela e ci conduce nella vita trinitaria. Solo Lui è la via per non continuare ad oscillare in eterno nella storia tra verità astatte e mera vita pratica. Potremmo dire che solo in Cristo, nel suo Spirito, troviamo con equilibrio, come nel famoso Figliol prodigo di Rembrandt, gli aspetti materni del Padre. Anche dunque la giusta valorizzazione del femminile.

Solo la Luce serena di Gesù ci fa maturare. Ma anche ci aiuta tendenzialmente a superare in modo adeguato quei passaggi dove la nostra umanità ferita non subito avverte pace nel crescere. Ci portiamo strutturazioni, ferite, dalle quali non sempre possiamo facilmente uscire senza avvertire confusione, senza sperimentare magari inconsapevoli resistenze, senza scoraggiamenti, senza pur superabili rilassamenti eccessivi, senza timori per certi versi anche giusti di tornare a restare incastrati nelle astrazioni, in vie fasulle.

Questo è un punto fondamentale. Il pendolo non si supera con una mera comprensione teorica o con una mera esperienza pratica. Solo Gesù, nel suo Spirito, ci porta gradualmente, con tutti i suoi aiuti*, in questo progressivo aggiustare il tiro tra tali estremi. Il cuore non devozionistico, non intellettualizzato, non pragmatizzato, ma concreto, divino e umano, di Gesù è la chiave di ogni cosa, l’apertura di sempre nuove vie.

È qui che tendenzialmente si apre dunque un cammino di libera e serena, ben al di là degli schemi, maturazione di ciascuno e di autentica crescita di ciascuno insieme agli altri, in uno scambio reciproco. È nel profondo qui che si aprono le vie per una rinascita di ciascuno, per una rinascita civile e sociale.

* Chiesa, Parola, Sacramenti, comunità di crescita, padre spirituale, preghiera, ricerca della volontà di Dio, famiglia, lavoro, amicizia, mondo…