Il motivo di certa sordita’ tra alcune guide

Il motivo di certa sordita’ tra alcune guide

Perché tra le guide si può talora trovare chi si chiude nell’identitarismo e chi magari non si avvede di chiudersi nell’incontrismo? Il Signore sa come accompagnare ciascuno. Certo come ha detto Gesù porci alla sua sequela, alla sua scoperta, anche attraverso gli altri, la storia, tendenzialmente apre ad un continuo integrale rinnovamento. Solo la grazia gradualmente apre a questa crescita e non si può giudicare il cuore e nemmeno facilmente valutare la maturità di un altro, qui di un formatore. Si può osservare che la conversione tende a far vivere in Cristo, a dipendere meno fragilmente dall’opinione, dalla relazione, con i potenti e a scoprire che davvero l’autentico rapporto con Dio e i fratelli apre sempre nuovi orizzonti.

 

La sequela vissuta e gradualmente, per grazia, di un Gesù non scontato ma da scoprire a tutto campo aiuta ad uscire dall’intellettualismo. L’intellettualismo chiude nello schema, nella lezioncina imparata. Non vi è bisogno di incontrare gli altri perché si sa già tutto. O bisogna aprire la formazione all’incontro con gli altri al punto che si parla solo di quello o si vive un mescolamento che finisce per spegnere e omologare la crescita delle persone. 

 

Il problema resta imparare col cervello e trasmettere col cervello. Astrazioni, mode, codici di apparato, imposizioni, ne sono le conseguenze. Per questo sollevo la questione come un possibile seme di rinnovamento che il Signore sa in che misura valido e con quali tempi e modi far maturare da dentro. Il razionalismo schematizza, unilateralizza, e così nella storia della cultura si riscontra un frequente oscillare tra cielo e terra, teoria e pratica. Si viviseziona persino la Trinità.

 

Solo in Gesù, Dio e uomo, nel suo Spirito, si trova sempre più la via dell’adeguato incontro tra i poli. Non si tratta di inculcare concetti ma di cercare le vie della sequela. Gesù chiama e forma personalmente e comunitariamente i discepoli e poi gradualmente anche li invia. E lui per primo cresce in Dio, nella comunità, e poi inizia la predicazione. In uno scambio reciproco: chi fa la volontà del Padre è per me fratello, sorella e madre. 

 

Vi è dunque il momento della crescita comunitaria, il momento della crescita personale, e vi è il momento, anche questo distinto e complementare, dell’incontro con gli altri… L’intellettualismo astrae, vede opposizioni o mescolamenti; la vita dà i giusti spazi e i giusti collegamenti. La crescita e l’incontro vanno maturati non indottrinati. L’intellettualismo cerca vie intellettualiste e trovando anche dall’altra parte la stessa sordità vuole imporre la propria strada. 

 

Cristo insegna con semplicità a ricominciare sempre di nuovo il cammino con lui partendo dalla Galilea. Lasciando che siano i vangeli, accolti nella vita, a rivelarsi sempre più. Un lasciarsi portare sempre oltre nel cammino di fede. L’intellettualismo può scoprire la decostruzione, il pensiero incompleto, ma rischiano di restare lezioncine che lasciano nella sordità strutturale di tale orientamento. E in singolari paradossi, come una chiusissima e tirannica apertura o una non per nulla fasulla liberazione imposta. Si parla di solidarietà, pluralismo, sinodalità ma si cerca di silenziare e delegittimare chiunque non la pensi allo stesso modo. Che fine ha fatto la sincerità? Il razionalismo, spinge allo schematismo, al mero fare, al tecnicismo, al fine che giustifica i mezzi. 

 

Si parla di dialogo e i media ripetono le stesse cose. Si comprende che non hanno bisogno di stimolare una viva ricerca, anzi il contrario. Dipendono dall’editore non dalla gente. Senza la grazia non si può nulla. Si comprende una strutturazione che orienta anche inconsapevolmente in certe direzioni. Il pensiero unico favorisce gli attuali dominatori, i potenti del virtuale, e svuota e spoglia di tutto la gente ma si possono tranquillamente proclamare belle frasi vuote a favore dei poveri. Senza avvedersi che se non si cercano le vie per l’autentica maturazione e dunque partecipazione delle persone si finisce sempre più in questa drammatica tirannide. Che sta chiaramente manifestandosi supremazia della tecnica, del robot, sull’uomo che l’ha creato. Portando verso il crollo.