Il moralismo e la fede

Il moralismo e la fede

Lo spiritualismo, ossia una spiritualità meno attenta alla persona specifica tutta intera e il pragmatismo, ossia il contatto con la realtà pratico non maturato in una crescita integrale, sono, per certi aspetti almeno, non necessariamente frutti del razionalismo. Resta che ogni riduttivismo chiude l’uomo in uno schema proprio perché occlude una più adeguata comunicazione con la vita in ogni suo aspetto. Dunque si possono tendere a ripetere letture di essa variamente inscatolate. 

 

Su tali scie la vita dell’uomo diventa almeno in parte un fare non un lasciarsi portare nel mistero, un sempre più profondo essere. Vi è il rischio di una sordità alla grazia, dunque al dono della fede, anche se certo la grazia può vincere tutte le chiusure. Il fare non aiuta a sentire l’amore bello, a misura, di Dio. Si operano cose ma non percepiamo l’amore di Dio che ci aiuta ad aprire il cuore con delicatezza, nella sua grazia. Liberandoci, rasserenandoci, facendoci respirare a pieni polmoni, conducendoci in una esistenza spirituale e psicofisica sempre nuova. Il moralismo, puntando su sé stessi, chiude, invece il cuore portato dalla Luce serena apre alla speranza.  La grazia è divina e umana in Gesù.

 

Il fare può comportare un cammino più faticoso, scoraggiamenti, appunto minore fiducia, speranza, nell’aiuto sempre nuovo di Gesù, Signore dal giogo dolce e dal peso leggero. Ne vediamo un esempio al tempo di Galileo quando invece di aggiustare semplicemente il discernimento della fede continuando a maturare a tutto campo nella sequela di Cristo si è talora confinata la fede in un’anima disincarnata cercando soluzioni pseudoscientifiche a tante questioni umane. Perdendo la via di un più semplice e tendenzialmente profondo contatto con Dio e con l’uomo.

 

Non solo più riduttivo ascolto di Dio e di sé stessi ma anche degli altri. Minore fiducia nel padre spirituale, perché gli schematismi orientano a tenere in mano propria il pallino della vita piuttosto che a lasciarsi portare oltre da una guida, anche dove questa si sia dimostrata nel tempo fondamentalmente serena e affidabile.

 

La grazia divina e umana invece apre nella direzione di una certa fiducia  per esempio anche in un formatore umano inviato da Dio. Gesù dice dei farisei, chiusi nelle loro astrazioni, che nemmeno si erano pentiti per credere a Giovanni Battista. E le scritture dicono che prima del Messia deve venire Elia. Una persona che volga il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri.

 

Le parole di Maria sulla vittoria del suo cuore immacolato sono davvero densissime.