Il giornalista robot e quello creativo

La logica degli apparati può risultare molto schematica in tante cose e così per esempio un giornalista potrebbe facilmente venire sostituito da un robot. Forse è bene si comprendano le dinamiche che si vanno sviluppando perché molti lavoratori di tale settore rischiano di venire spazzati via dalla mera tecnologia. Per dare l’apparenza di verità si potrà magari prestare il proprio nome ad un robot di azienda. Ma finché non sarà possibile un libero sviluppo fin dalla scuola delle identità e del solo allora autentico scambio la tendenza al dominio del falsamente neutro tecnicismo può divenire crescente.

Ci si può chiedere se sia possibile programmare un robot-giornalista creativo. Forse questo è un punto chiave che potrà contribuire a smantellare la dittatura del pensiero unico: l’impossibilità di un’autentica, non grigia, creatività programmata a livello culturale. Proprio perché la creatività autentica esce dalle programmazioni.

O magari lo sviluppo della stessa tecnica la costringerà ad aprirsi ad imput esterni, imprevisti, se si vorrà-dovrà evitare il rischio di venire troppo sopravanzati da altri. Chissà che dunque lo sviluppo della tecnica la costringerà ad uscire da sé stessa entrando in contatto con la viva e ricca, non schematica, realtà.