Il falso buonismo della ragione astratta

Il falso buonismo della ragione astratta

Finché si resta nella cultura intellettualista attuale poi al massimo si aggiungono buoni intenti, pure in parte interessanti ma variamente artefatti e omologati. Non per nulla con scarso seguito. In questa direzione sembrano muoversi certe proposte in campo economico, come il voto col portafoglio, ossia scegliendo per esempio i prodotti di certe aziende più umanizzanti (a detta di chi?) o certe forme di considerazione più allargata degli aspetti in gioco e dei valori economici ma non economicistici (per esempio l’aria non inquinata).

Senza salto di qualità il tecnicismo della ragione astratta sta conducendo verso il crollo. Eppure pare che non pochi responsabili non si interroghino più di tanto sulle cause di ciò. Né tantomeno siano assetati di ascoltare proposte altrui. Un salto di qualità mi pare possa ricercarsi nel favorire, nei modi e nei tempi adeguati fin dalla scuola, la libera formazione nella identità ricercata e nello scambio con le altre. Da qui potranno svilupparsi stimoli a vissuti sguardi a tutto campo, non riduttivamente e distortamente vivisezionati, ad una più libera e autentica partecipazione. Il mondo non può andare avanti in eterno se si cerca di ridurre le persone ad automi spogliati di tutto.