Il cuore contrito del pastore

Un dono di grazia che può ricevere un pastore è una serena contrizione del cuore. Certo verso Dio, verso il posto dato alla preghiera, all’attingere alle fonti della grazia. Ma qui vorrei osservare qualcosa sull’amore verso le persone. Amarle con attenzione sempre più profonda a tutta la loro umanità, al loro adeguato cammino, ai loro bisogni. Aiutarle nella loro crescita quando possibile ascoltando molto, stimolandole con discrezione a parlare di tutta la loro vita perché lì, nelle situazioni concrete, entra a misura lo Spirito.

Accompagnare la crescita delle persone nel loro autentico, ben al di là degli schemi, cammino. Il pastore non impone ma cerca insieme e lascia che sia la persona a decidere. Vi sono però casi che coinvolgono la vita per esempio della comunità, o richieste di qualcosa. L’esperienza di cercare di amare con tutto il cuore conduce a riflettere in vari casi molto prima di usare per esempio una certa fermezza. Meglio lasciare che sia, come egli vuole, il Signore a far maturare la persona. Spesso una comunità che cresce in una fede serena aiuta a risolvere senza interventi specifici, con amore semplice, certo uscire dalle righe di qualcuno. Altrimenti si rischia di non comprendere fino in fondo, di imporre i propri schemi. Si può calpestare il germogliare fragile di una nuova vita in qualcuno, si può non comprendere la sua reale condizione. Pensiamo a sottili, non riconosciute, debolezze psichiatriche…

È vero, anche il pastore è un piccolo. Non ci si può scervellare, non servirebbe a nulla. Ma si può pregare, lasciare che Dio aiuti a trovare la risposta nel tempo e serenamente interrogare il proprio cuore sul bene fatto o sull’ostacolo posto pensando di fare bene. Un cuore che ama davvero, che soffre insieme al fratello, un cuore addolorato al solo pensiero di poter essere stato di inciampo ad una pecorella, un cuore contrito.

Talora dunque una grande grazia è chiedersi se si è amato bene. Chiederselo un secondo e poi rimettersi da piccoli in Dio. Due secondi può risultare la nevrosi di chi vuole salvare il mondo con le proprie forze. Ma talora per difendere la propria allora fasulla serenità il cuore può divenire insensibile alla ingiusta sofferenza, al vario ingiusto ostacolo, provocato. E la gente non si sente amata.