Il cantare del vento

Da: https://gpcentofanti.altervista.org/e-ne-senti-la-voce-gv-3-8/
Poesie nelle quali faccio cantare tante persone, in una persino Gesù. Spesso parla direttamente il protagonista, anche dove non è citato un nome. Sono storie inventate, nate però dalla vita di un prete che vive, cresce, in mezzo alla gente e ne sente il canto. “Maria da parte sua custodiva tutti questi fatti-parole lasciandoli condiscendere nel suo cuore” (Lc 2, 19).

Il vuoto pneumatico

Le sirene lontane chiamano al lavoro
ma il lavoro non c’è sono solo ricordi
che esalano dalle nubi d’amianto
di questa alba rossa e già grigia
che rimane dentro come una ferita.

Ma io che vedo ogni cosa straniata
in questo tempo da un pensiero malato,
io sento anche un invincibile canto,
come il fiore germogliato nella crepa del muro,
come il verso imperterrito del gallo…

La natura della luce

L’amore nasce come un tramonto – diceva –
un raggio di sole infiamma un breve tempo
e tutto trasluce, quieto, nel vespro,
nella naturale mancanza di senso.

Ma la favilla avvampò nel riposo
quando il cuore sentiva nel silenzio
e Ti pensa ogni momento e si stupisce
e perdutamente si perde in questo vento.

La natura del vento

La notte nel silenzio le canzoni
volavano dai cuori nelle case
passando magari da bugigattoli
aperti al fresco dell’estate.

Il vento le portava, che sa molte
cose, le più nascoste pure.
Le posava discreto, con un soffio
leggero nel riposo ignaro.

Eran sogni d’amore, preghiere
implorate da madri ansiose,
suppliche di pace ed altre belle cose
che sole la brezza può fare volare.

Vincenzina sposata dal cielo

Alla luce sbilenca dalla soffitta buia
lo sguardo tendeva in attesa ogni sera
come venisse di là qualcosa
che in fondo non c’era,
come volasse uno sposo chimera.

Come il barlume fosse preghiera
venuta dal cielo
ed i camini sui tetti davanti
angeli santi in vedetta
per dare la buona novella.

Come miracolosa si rivelasse ogni cosa.

Teresa di Calcutta

…e sento che la notte ora
è il tuo petto che mi stringe
e m’innamora…

Canti della sera

…il tempo che starei con te
è un tempo tra la notte
e il giorno, nè farei molto…
con te sulla porta di casa,
a guardare il mondo che si quieta
e a sentire l’eco della sera
nelle nostre parole…

Notte d’estate

Nella tersa notte delle distese,
delle colline ormai assopite,
piccole luci di strade, di case,
brillano nel segreto del tempo.

Semplice e bello, senza pretese
di glorie rinomate, di chiacchiere astruse.
Anche piccole luci sono corti
celesti di lucciole incantate.

Così è vedere da questo poggio
di grazia tutte le cose.

Il segreto del tempo (2)

Sparsi villaggi per i colli
specchiano qua e là
raggi del tramonto.
Come fitte lancinanti di luce
o grida di perché rivolte
al cielo.
E velano e rivelano il segreto
del tempo, di ogni sentimento
umano che parla nel silenzio
e attende la risposta di qualcuno
chiedendola all’eterno.

La grazia dell’estate

Ma cadono stelle nel petto
la notte al primo assopire
– e non se ne vede una –
e cosa canta allora la luna?

Preghiera

Era lì, all’ultimo banco della chiesa,
oltre la vetrata stormiva la quercia
nel vento di maestrale che andava a primavera.

Il tempo che fa sentire

Su quel poggio nella sera leggera
– sparse nubi al tramonto del sole,
colli e piane per poco infiammate –
mi portava il tempo nella pace.

Non più inganni le voci confuse
nel cuore o portate da venti
di scienze ferite, potere,
in quei raggi tutto era mite.

Eran luci che tingevano cose
di vedute inattese e campi arati
come alfin respirare
l’aria persa nell’ansia del fare.