I libertari che ostacolano l’esprimersi altrui. Alcuni artifici usati

I libertari che ostacolano l’esprimersi altrui. Alcuni artifici usati

La chiusura in sé stessi è il dramma della cultura dell’astratta ragione. L’uomo è ridotto ad un computer. Anche non poche guide cristiane sono state formate in questa mentalità e la difendono accanitamente senza avvedersi che in essa sta la radice dello sfacelo attuale. Eppure non era questo il discernere concreto del Gesù dei vangeli né lui ha mai parlato di fede e ragione ma ha mostrato la via dell’uomo che matura nella Luce che scende delicatamente, a misura, come una colomba e su questa via vive e vede ogni cosa in modo sempre nuovo. Quindi il cuore, la coscienza integrale, spirituale e psicofisica, nella Luce serena.

Così l’uomo è portato nell’ascolto della Luce ed in essa di sé stesso e degli altri. Tutto l’uomo, i suoi bisogni, il suo cammino.

La ragione astratta invece chiude nelle proprie logiche riduttive. In un tale contesto la stessa scuola cristiana può incidere poco perché alla fine tutto può essere ridotto a ideologia. E così anche chi comincia a percepire le conseguenze esiziali a tutto campo del sistema in cui vive può però non avvedersi di questa radice profonda che le causa. Si propone qualche alternativa spirituale o morale, magari variamente più libera, ma si resta in mille modi impelagati negli schematismi, nei collegamenti riduttivi e distorcenti, di una cultura vivisezionata. Le persone possono respirare qua e là qualche minore pressione ma continuano quasi inconsapevolmente a sperimentare farraginosità.

La conseguenza di questo restare essenzialmente nella gabbia della ragione astratta è proprio la chiusura ad un sempre nuovo ascolto di sé, di Dio, degli altri. Anche questi innovatori di professione ascoltano solo sé stessi, vogliono solo sostituire il mero fare attuale con il proprio. Non di rado nel migliore, per loro, dei casi finiscono cooptati nell’establishment che combattevano ma restando della sua stessa cultura. Spesso sono contrari alla scuola delle identità e dello scambio anche quando viene loro presentata.

Si chiamano insomma paladini di una libertà che di fatto mira al potere personale. Provate a dialogare con loro, non gli interessa, sanno già tutto. Provate a commentare sui loro siti web, impediscono i liberi interventi, approvano solo chi concorda, oppongono mille artifici per impedire una più libera partecipazione. Per esempio commenti brevi e senza link, commenti ammessi solo se non inseriti continuativamente, richieste di rispondere all’argomento del testo come se il testo già neghi approcci diversificati e nuove vedute in cui leggerlo in modo rinnovato.

Il dramma di questa cultura è quello di teleguidare tutto svuotando le persone di una libera e partecipata ricerca del vero autentico, non delle formalità dei codici culturali prestabiliti. Il tragicomico caso dei libertari che mettono a tacere gli altri ne è un emblema significativo.