Gesu’ e l’imposizione

Gesù ha aiutato ogni persona con amore a misura a crescere nella via della vita. Mai si è imposto e anche le rare volte che ha assunto atteggiamenti più energici lo ha fatto perché leggendo nei cuori delle persone sapeva come aprirli in realtà delicatamente. L’unico potere di Gesù è un amore meraviglioso.

 

Si pone dunque il problema del potere per chiunque abbia responsabilità, anche nella Chiesa. Le istituzioni, anche quelle ecclesiali, necessitano il prendere decisioni. Pensiamo a tante questioni con risvolti persino legali. La via di fondo è quella di favorire la libera autentica maturazione spirituale, culturale, delle persone ed il solo allora autentico scambio, la solo allora più autentica partecipazione.

 

Quando si è molto lontani da tali vie di base ogni discernimento è inficiato da molti limiti. Si può glissare su questo punto decisivo consapevolmente o meno ma comunque distorcendo la comprensione di tante cose. Lontano dalla libera crescita prevalgono i codici degli apparati, una varia teleguida delle persone. I conflitti di potere aumentano. 

 

Un pontefice, per esempio, può essere tentato di imporre il bene in cui crede per evitare che imperversino interessi ripiegati, chiusure. Ma la strada seguita da Gesù non pare questa. Lui ha seminato grazia e costruito con chi l’accoglieva. Se il suo regno fosse di questo mondo avrebbe mobilitato i propri eserciti, afferma. Pensiamo anche alla parabola del grano e della zizzania.

 

Tendere a lasciar crescere i carismi, non accentrare poteri che dovrebbero avere i loro spazi, favorire il più delicatamente possibile la libera crescita che sola permette scelte autentiche.