Nei vangeli vediamo che Gesù vive e insegna verità radicali, come morire per gli altri, ma poi accompagna ciascuno con amore infinito. La Parola è un seme che porta verso il suo pieno compimento. Gesù aiuta ad aprire il cuore con delicatezza e non trasmette un mero fare i bravi, nel quale non si trova sempre più sé stessi in Dio. Pare di osservare nei vangeli una gradualmente sempre più profonda scoperta di questo amore attento e capace di comprendere. Come mai, per esempio, solo Giovanni, l’ultimo evangelista, parla della lavanda dei piedi? Ecco forse perché nei vangeli non si tratta di alcune questioni specifiche. Nei discepoli di allora pare di vedere una progressiva comprensione e una progressiva liberazione dal moralismo, dal metterla con Dio sul piano della dignità. Due amorevoli genitori considereranno il figlio sbandato indegno di loro? Anche Gesù la mette sul piano dell’amore. E guarda con amore infinito al percorso di ciascuno. Il punto da scoprire sempre più profondamente è, come dice il Battista, che non siamo noi Gesù e guardare sempre più a lui, al suo discernere concreto, divino e umano, nei vangeli, anche con il vario aiuto degli altri.
Gesù e le situazioni “irregolari”
- Perseverare nella crescita (Vangelo di martedì 26 dicembre 2023 e commento)
- Umori e stabilità (Vangelo di mercoledì 27 dicembre 2023 e commento)