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Riporto dunque alcuni risultati di questa ricerca del discernimento ormai più che quarantennale (ho cominciato a pubblicare dal ’91).
24 maggio 1994, Maria Ausiliatrice: nuova interpretazione della Trinità (Il Padre genera il Figlio nello Spirito. Lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio) che tra l’altro può risolvere la questione del Filioque mostrando che le apparentemente antitetiche visioni latina e orientale invece si completano. Tale intuizione nasce dal percepire un movimento anche dal basso nel rapporto con Dio: l’umanità dell’uomo aiuta a comprendere l’autentico Spirito, non rigido, non forzoso, non inutilmente lasco… La grazia è divina e umana, a misura, in Cristo.
Subito fatta circolare e pubblicata su Palestra del clero (nov ’94). Ne Il canto dello Spirito R. Cantalamessa cita come dei primi autori testi del ’95. Questa nuova visione nel ’95 è approvata da una Pontificia commissione teologica.
Circa anno 2000: proposta mi pare più limpida rispetto all’accordo sulla giustificazione (più chiara definizione della misericordia totale di Dio – poi confermata in Spe Salvi n° 46 – e libertà dell’uomo). Ne parlo con una persona CEI ma non raccoglie. Anni dopo, essendo papa Ratzinger, vado da un autorevole padre della Congregazione per la dottrina della fede e mi conferma che davvero è più limpida. Alcuni mesi dopo luterani e cattolici americani si accordano, non so se col mio contributo, proprio su di essa.
La Trinità “orientale” può forse condurre ad una minore comunione “orizzontale”: si privilegia l’origine dal Padre. La vecchia Trinità “occidentale” ad una comunione legale: il Figlio è generato quasi senza considerare lo Spirito. Poi lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio. Con la nuova Trinità non vi è, nella Chiesa, parità senza primato né primato senza parità.
Una nuova logica non solo di relazione (si cresce insieme agli altri, condividendo), pragmatica, nel qual caso si passerebbe da Platone (logica a priori, a tavolino) ad Aristotele ma nella comunicazione spirituale e umana, a misura, nello Spirito. Sulla scia della nuova Trinità. Assumendo e superando in avanti Platone e Aristotele.
Spiritualità disincarnata, filosofia razionalista, psicologia tecnicista, scindono l’uomo. La coscienza spirituale e psicofisica (il cuore) esiste e matura nello Spirito che scende delicatamente, come una colomba, a misura della specifica persona: ecco la via di una sempre più profonda consapevolezza che fa leggere nell’umanità anche degli altri. Mentre spiritualismi, psicologismi, anche giustapposti, in parte aiutano in parte appesantiscono, complicano. Solo l’amore autentico, ben al di là degli schemi, per ogni particolare persona guarisce, fa maturare verso la pienezza.
La via del cuore risolve con semplicità e buonsenso nella luce gli inceppamenti di un’astratta ragione. Un giovane sostiene che a causa della scienza non può più credere. Gli chiedo nella sua serena coscienza cosa percepisce. Se ha il dono della fede può dire di credere ed ecco spesso facilmente avviato a soluzione il problema.
Dovunque sono stato inviato nei modi più diversi a seconda delle diverse situazioni è venuta, per grazia di Dio, tantissima gente, in modo fuori dal comune, appena ho avuto margini di manovra. Perché bisogna capire lo specifico cammino, gli specifici bisogni, di ciascuno. Crescere, con discrezione a misura, insieme.
È un rinnovamento che si è mostrato prolifico di scoperte a tutto campo. Il cuore non razionalistico, non spiritualistico, non pragmatistico ma divino e umano di Gesù è la chiave di ogni cosa. Un continuo più approfondito ritorno, nei riferimenti di fondo, al discernere concreto del Cristo dei vangeli.
Le intuizioni del cuore si fanno più facilmente strada nella vita concreta confermando che la gente è spesso la prima a beneficiarne mentre certe guide possono essere meno facilmente contattabili in modo adeguato e più strutturate.
Il Manifesto del cuore divino e umano di Cristo è stato linkato da: Vatican Insider; Il sismografo.
Ecco il link diretto al Manifesto, ultima edizione: