Effatà (Mc 7, 34)

IL CANTO DEL GALLO ED ALTRI PRODIGI

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La grazia dell’estate

Ma cadono stelle nel petto
la notte al primo assopire
– e non se ne vede una –
e cosa canta allora la luna?

Vincenzina sposata dal cielo

Alla luce sbilenca dalla soffitta buia
lo sguardo tendeva in attesa ogni sera
come venisse di là qualcosa
che in fondo non c’era,
come volasse uno sposo chimera.

Come il barlume fosse preghiera
venuta dal cielo
ed i camini sui tetti davanti
angeli santi in vedetta
per dare la buona novella.

Come miracolosa si rivelasse ogni cosa.

Il canto del gallo ed altri prodigi

Di questa terra conosco ogni pozza, ogni fosso,
di questo cielo so il variabile umore
ma tendente al rosa, di sera al rosso.
Di queste case porto i sentimenti
ad uno ad uno vivendoli nel petto,
gridando a più non posso all’eterno.
D’ogni cammino prevedo il percorso quasi,
avendo a lungo anch’io marciato
nel vento e nell’umano.
Ma d’ogni cosa resta il mistero,
resta lo scarto che cambia lo sguardo,
specchiato nelle acque del ruscello
come fosse il primo giorno.

Preghiera

Era lì, all’ultimo banco della chiesa,
oltre la vetrata stormiva la quercia
nel vento di maestrale che andava a primavera.

Il segreto dell’estate

Stanco di farci aspettare
viene d’estate un cielo di stelle
come lampare nel mare
ed un mare che brilla come un cielo vicino…

La sala d’attesa

Nella sala d’attesa attende la vita
la gente sulle sedie in file pare,
del responso sanitario l’oracolo.
Tra compere da fare e vita eterna sospesa,
distratta dalle scarpe viola
dell’eccentrica signora bruna
discesa nella sala operatoria,
c’è chi alfine ha tempo di ascoltare
tra le mille voci la serena, la vera.

L’amore e la stella

Ma come ogni cosa, anche la più bella,
senza la stella è ben poca cosa,
ci perdevamo nel niente, per niente,
come chi troppe volte ha aperto e chiuso
porte e finestre della sua casa
e più non vede oltre.
Tu sei il dolore ed il riso dell’amore
perduto per niente e ritrovato
scoprendo presente da sempre
lì fuori a due passi, nel cielo, una piccola stella.

Teresa di Calcutta

… e la notte ora sento è il tuo petto che mi stringe e m’innamora…

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Da: https://gpcentofanti.altervista.org/e-ne-senti-la-voce-gv-3-8/

Poesie nelle quali faccio cantare tante persone, in una persino Gesù. Spesso parla direttamente il protagonista, anche dove non è citato un nome. Sono storie inventate, nate però dalla vita di un prete che vive, cresce, in mezzo alla gente e ne sente il canto. “Maria da parte sua custodiva tutte queste parole-fatti lasciandole condiscendere nel suo cuore” (Lc 2, 19).