Dove cercare le chiavi decisive

Tra le guide si possono talora riscontrare spiritualità che faticano a comprendere le persone, le autentiche, a misura, vie della loro crescita, anche con i loro bisogni. Certo Dio solo sa come condurre la storia. Ma non si tratta di teorie, quando si lascia lavorare chi comprende la gente se Dio vuole essa viene, anche presto in numero fuori dal comune. E di qui allo stesso modo si possono non comprendere i punti di sblocco delle situazioni nella società. Come mai tutto ciò? Si è potuto talora vivere a lungo con discernimenti di logica astratta poi per reazione si può passare a mettere le teorie da parte e a cercare vie pratiche di soluzione. Ma l’uomo non ha bisogno di teorie astratte né di vita pratica senza verità ma di un amore, una fede, che si incarnanino a misura. Dobbiamo cercare il discernimento divino e umano di Gesù che capiva e accompagnava a misura le persone specifiche.

Nei vangeli non finiremo di scoprire con stupore come Gesù amava, discerneva. Lì vi sono le chiavi di sblocco della vita personale e sociale. Ma una conseguenza delle distorsioni sopra citate si manifesta nello scarso desiderio di luce, di cercare ovunque, in Gesù e dunque alla luce dei vangeli, spunti vitali, che aiutino la rinascita e lo sviluppo della vita. Imperano invece la banalità e lo spegnimento del pensiero unico e l’impossibilità di intervenire nel dibattito pubblico di tanta gente che potrebbe contribuire in mille modi e talora anche molto preparata ed incisiva. Per cui giornali come la Croce che danno spazio svolgono un’opera fondamentale per il superamento della drammatica situazione attuale. Ne andrebbe stimolata la diffusione, fornendo anche così un servizio decisivo. Allo stesso modo, per esempio, è importante segnalare i pochi blog, tra quelli con grande seguito, che lasciano davvero libera la partecipazione. Ormai è così che si possono trovare spunti originali in un panorama mediatico-culturale completamente appiattito.

La vita comunque la si trova principalmente nei rapporti concreti, specifici, dal vivo, lo stesso vangelo va letto, dialogato, prima di tutto in presenza, nella comunità cristiana, nella Chiesa. Non a caso Gesù non ha scritto. E persino lui è cresciuto così, al punto di chiamare fratello, sorella e madre chi meditava con lui la Parola. La stessa drammatica storia di questi tempi può orientare ad invocare la luce, ad accendere una sete di luce. Cristo agli esordi della sua predicazione non dice “pentitevi” e nemmeno, come ora comunque in parte più adeguatamente talora si traduce, “convertitevi” ma “percepite oltre” il regno dei cieli è vicino. Nella misura in cui ci viene donata riconoscere, lasciarci portare, dalla grazia che viene nello Spirito e anche attraverso le persone, gli eventi, le situazioni.

“Maria da parte sua custodiva insieme tutti questi fatti-parole conservandoli nel suo cuore” (Lc 2, 19).