Domande nuove sulla fine del mondo

Domande nuove sulla fine del mondo

In 1 Tess 4, 13-18 troviamo un passo che stimola alcune riflessioni. San Paolo parla della fine dei tempi non come di una distruzione di tutta l’umanità. Quest’ultimo caso tra l’altro potrebbe implicare un certo perdurare del tempo come persistenza di realtà materiali. Egli afferma che vi sarà un momento in cui Dio chiamerà in cielo tutta l’umanità. I morti risorgeranno, sembra di intendere, anche nella carne mentre i vivi saranno rapiti, da vivi, con il loro corpo, in paradiso.

Ciò suscita delle domande. Di Maria si ritiene che sia defunta e poi sia stata assunta in cielo in anima e corpo. Ossia la vita del corpo materiale non viene esautorata da una superiore vita spirituale. Piuttosto quando la vita materiale termina totalmente essa resta vivificata in Maria dalla vita spirituale.

La chiamata di tutta l’umanità in cielo dovrebbe allora comportare una, in vario modo, catastrofe generale? Vari brani anche del Nuovo Testamento (per esempio 2 Pt 3,10) trattano di questo. Si potrebbe tentare di accordare tali testi con quello citato di Tessalonicesi valutando se sia possibile discernere che la fine, in vario modo, del mondo avverrà dopo la assunzione in cielo dei viventi. Ma alcune domande restano: come mai, se è così, la materia dovrebbe per qualche verso sparire? È lo stesso principio per cui i viventi saranno assunti in cielo senza perire? Dio sembra condurre il mondo per vie, ordinariamente, naturali. Inoltre non passerebbero per la morte corpi segnati dal peccato originale. D’altro canto la resurrezione finale anche nella carne è un miracolo. Tanto più la risurrezione di corpi che hanno subito la corruzione dopo la morte. Ma quello è appunto un miracolo. Invece nel rapimento di vivi in cielo si potrebbe trattare di una qualche esautorazione della vita umana fisica. Una certa fine della materia, se ciò comporta la fine della umanità terrena annunciata, potrebbe forse più naturalmente venire collegata al miracolo della resurrezione dei corpi.

La fine della vita sulla terra dell’intera umanità dovrà avvenire altrimenti non vi sarà la risurrezione anche dei corpi che invece è articolo di fede. Dunque Dio sa che l’umanità finirà per autodistruggersi? Oppure che vi sarà un totale cataclisma?

Forse il disegno di Dio era semplicemente che gli uomini, vivendo senza peccato, venissero assunti in cielo dopo la morte. Ora questa resurrezione dei corpi si realizzerà perché Dio sa che la vita terrena del genere umano un giorno cesserà. L’alternativa è quella cui forse accenna Paolo nella lettera qui menzionata. Che pure sembra incongruente col pensiero prevalente per esempio circa il passaggio di Maria in cielo. Pure, va sottolineato che l’apostolo di Tarso pare parlare a chiare lettere di vivi rapiti in cielo.