Dalla carta della ragione astratta alla vita della persona viva

Dalla carta della ragione astratta alla vita della persona viva

Diversi filosofi hanno indicato lucidamente le drammatiche conseguenze del razionalismo ma in chiave fatalistica perché strutturati essi stessi secondo quella mentalità. Una gabbia interpretativa che rende velleitarie le proposte di chi pure vorrebbe combattere il dominio del sistema. Restare nelle spire dell’intellettualismo rende meri sogni queste piste. 

 

Ho indicato altrove possibili vie per uscire da tale esiziale stallo (si veda per esempio: https://gpcentofanti.altervista.org/un-salto-di-qualita-epocale-ai-primissimi-albori/ ). Formazione scolastica alla luce dell’identità liberamente ricercata e scambio con le altre. Stimolare dunque una cultura rinnovata da un vivo cammino personale e variamente interpersonale. In questa maturazione si potrà sempre vedere ogni cosa, anche la scienza, in modo più profondo e ricco. Sono lo svuotamento, la falsa oggettività, del tecnicismo, l’omologazione di una solidarietà anch’essa pragmatica, che appiattisce le identità, le cause profonde di questo crollare di ogni cosa nella società. Spogliati di tutto, spenti. La vita muore. 

 

Passare dalla ragione astratta all’uomo vivo, specifico, integrale, significa passare dalla cultura da tavolino al maturare delle coscienze. Non si tratta di riduttivi concetti, di erudizione da topi di biblioteca ma di vita sempre più profonda ed equilibrata. Non sono “cose” che basta trasmettere per iscritto. È necessario alimentare i contatti dal vivo. Non è un caso che per esempio Socrate e Gesù, radici di sviluppi fecondissimi, non abbiano scritto. 

 

I media che vogliono liberare l’informazione dall’artiglio mortale del pensiero unico, che spegne gli stessi lettori hanno bisogno di andare alle suddette cause profonde della crisi attuale. Non basta, anche se è un positivo seme innovativo, trasmettere notizie e letture alternative. Bisogna stimolare la ricerca di piste che orientino al salto di qualità, al profondo cambio di paradigmi. Indispensabile passare dalla mera carta della ragione astratta al rapporto vitale dell’uomo specifico. Tra i tanti stimoli che una testata può alimentare risulterebbe fondamentale cercare per quanto possibile di animare il dialogo dal vivo, entrare in contatto con le persone, le situazioni, vive. Specie in questo frangente di spegnimento totale, falsamente neutralista, scientista, della scuola e delle onnipervasive agenzie formative e informative dell’apparato. 

 

Il salto di qualità sta nell’uscire dal mero virtuale e andare alla gente, all’uomo concreto. Fare la rivoluzione restando nel virtuale dell’astratta ragione è di certo seme di cambiamento ma tale rinnovamento non può che comportare il superamento del mero virtuale se non si vuole confermarlo persino criticandolo.