Commento al vangelo di domenica 6 marzo 2022

Commento al vangelo di domenica 6 marzo 2022

Circa trent’anni di vita nascosta ma dopo la grande grazia del battesimo ancora non è il momento di evangelizzare. Gesù ha bisogno di fare entrare nella carne il dono ricevuto. Aiuta tanto vedere come in mezzo ad ostacoli, prove, che rallentavano per certi aspetti la sua opera nei meno di tre anni di vita pubblica Gesù ha pure riservato tanto tempo alla preghiera, a ritiri spirituali. Viveva tutto abbandonato nello Spirito al Padre. Ardeva dal desiderio di donarsi ma non lo viveva come un mero fare. La sua fiducia nella volontà del Padre lo poneva in un ascolto dello Spirito semplice, sereno. Non si lasciava ingannare da smanie di rapidi risultati pratici, da ansie, sensi di colpa, forzature, inutili sbrachi. Per lui ogni tempo era un kairos, tempo della grazia di Dio racconta questo brano. Mentre il diavolo gli mostra, si legge, in uno stigma, una vivisezione, di cronos, di tempo misurato, tutti i regni della terra. Un tempo che nevrotizza, del mero fare, ottenere, senza lo Spirito.

 

Gesù non si lascia ingannare, distogliere, da Satana da questa fiducia. Il tentatore è chiamato qui diavolo da dia ballo, in greco getto in mezzo: il divisore. Il pane da solo, senza la grazia di Dio, non giova. Da Dio viene ogni bene e lui pensa a tutto per ciascuna persona. Un ragazzo chiede a Dio una brava fidanzata ma senza la vita nello Spirito non andrebbe sulle strade per le quali più facilmente trovarla, poi magari non la riconoscerebbe, poi magari litigherebbe irrimediabilmente con lei. Insomma, anche se Dio è misericordioso e cerca di aiutare in ogni modo, senza accogliere lo Spirito diventa più difficile ricevere davvero i suoi doni.

 

Il diavolo dunque cerca di dividere dalla vita, da sé stessi, da Dio, dagli altri, dalla comunità religiosa. Il potere è una brutta bestia. L’amore non si impone, si ama pienamente solo nella più profonda libertà. Il mero fare è il regno dell’io, dell’imporsi.

 

Il diavolo divide dalla Parola. L’ultima tentazione è proprio sul girare al proprio maleinteso tornaconto persino la Parola cui Gesù fa sempre riferimento. Ma Gesù ascolta la Parola con i suoi fratelli, ognuno è in questo per lui fratello, sorella e madre. Vi diranno sono io e il tempo è prossimo e eccolo qua, eccolo là. Non andateci, non credetegli, perché il regno di Dio è in mezzo a voi – insegna Cristo. E così lui che rispondeva al demonio: “sta scritto”, ora risponde che “è stato detto” anche di non tentare il Signore.

 

Un brano parallelo conclude narrando che il diavolo esaurita ogni tentazione si allontanò. E Gesù stava con le fiere e gli angeli lo servivano. Non vi è più la scissione tra la materia e lo Spirito,. Le fasulle altezze di uno spirito disumano e la mera terrenita’ della carne. Squilibri. Ogni cosa nella sequela di Gesù è vissuta verso la semplicità nella grazia di Dio, in un cammino graduale, a misura per la specifica persona. In tale percorso ogni realtà è accolta come, a modo suo, grazia.