Chiesa e pastorale

I papi precedenti erano più cristallizzati su una dottrina intesa in varia misura astrattamente, coglievano meno l’accompagnamento a misura di ciascuno, con ogni aiuto, di Gesù nei vangeli. Un sacerdote si poteva sentire costretto pur da una pienamente desiderata e scelta comunione e obbedienza a imporre ai fedeli alcune leggi e divieti che non sembrano provenire da Gesù.

Nella scelta dei vescovi, nel dibattito ecclesiale, erano forse in qualche misura tollerate voci istituzionali diverse. Anche se una più profonda partecipazione del popolo non era nemmeno immaginata.

Con papa Francesco un sacerdote si può sentire in parte più libero di trasmettere dal vivo intuizioni rinnovate del discernere divino e umano di Gesù. Sul piano della pastorale quotidiana la venuta di Francesco pare una benedizione. Ma forse per la secolare pervicacia delle gestioni precedenti e dei loro epigoni la tanto proclamata sinodalita’ sembra perdersi in un uniformiamo di apparato ancora più marcato rispetto al passato, con sfumature che possono indurre domande su eventuali fenomeni di persecuzione. Per ora a livello di gerarchie.

Sembra così difficile trovare un qualche maggiore di equilibrio, magari anche cogliendo gli stimoli positivi delle varie tendenze invece di finire in lotte ideologiche tra fazioni.