Chiavi di una nuova era

Una conseguenza del razionalismo può risultare facilmente la tendenza a schematizzare il cammino spirituale. Ciò comporta i vari riduzionismi, le varie astrazioni. Si tratta di atteggiamenti anche più sbrigativi, che richiedono meno attenzione alla vita delle specifiche persone, alle situazioni particolari. Al punto da indurre a considerare come ansia, come cavillosità, valutazioni più attente.

Proprio qui si gioca invece un importante aspetto di una più profonda conversione che possa portare oltre le proprie vedute, le proprie impostazioni mentali. Una ricerca più profonda della volontà di Dio ed in essa dell’amore agli altri conduce la persona nel mistero di Dio, dell’uomo e del mondo, la porta oltre le proprie visuali abituali. L’ascolto attento della vita concreta, di Dio, di sé stessi, dei fratelli, della vita dello stesso universo, apre tanti orizzonti nuovi.

Senza la grazia non si può nulla. Dio può donare una grazia più profonda come un dono dall’alto. È un dono dall’alto per esempio intuire la delicatezza dello Spirito nell’entrare a misura nella vita delle persone. La grazia di Gesù è divina e umana. Ma anche questa grazia ricevuta può venire approfondita continuamente da una sua fedele accoglienza. O può accadere di venire portati in questa grazia divina e umana proprio semplicemente da uno spirito profondo di conversione che conduca allo stare profondamente attenti alla volontà di Dio, al bene integrale, spirituale e psicofisico, di ciascuno, delle persone nelle varie situazioni.

Così una guida può risultare poco attenta su queste strade perché le possono parere poco feconde, scontate e questo non vedere frutti la può rendere in qualche varia misura ripiegata su sé stessa. È dunque fondamentale manifestare che un amore più attento non è inutile in qualche modo alla fine persino spiritualmente ma invece apre strade impensate.

Una guida che si trovi in codesto percorso può vedere aprirsi molte strade prolifiche ma per esempio può incontrare ogni sorta di ostacoli a causa della superficialità delle gerarchie, incapaci di ascoltare più decisamente, incapaci di valutare con attenzione le situazioni. Tutto ciò può avvenire come detto senza colpa di nessuno perché senza la grazia non si può nulla. Ma certo si potrebbe trattare talora invece di quel groviglio di difese personali, di mancati impegni, che non solo possono rendere meno fruttuosa la propria pastorale ma vanno ad incidere su quella altrui e anche di qui sulla vita della gente.

Anche se bisogna poi dire che la bontà di Dio è meravigliosa. Lui sa come riempirci di amore, di doni, di frutti, pure in mezzo a difficoltà di ogni genere. Una persona buona è messa nella impossibilità di operare tante cose ma Dio le dona proprio così di stare vicino a lui in una preghiera fonte di grazie sconfinate per lei stessa e per tutti. Proprio ciò che dava vera vita a ciascuno.