Che succede?

Viviamo un tempo in cui larga parte dell’informazione è in mano a pochi. La gente è stata spogliata, fin dalla scuola, della propria personale e comunitaria ricerca spirituale e dunque anche di un incontro autentico e non omologante con le altre filosofie e religioni. E’ stata spogliata dei propri risparmi, con i quali si sono pagati i danni causati dalla finanza al potere. E nella crisi susseguente è stata privata del lavoro. Completamente in balia del potere. Eppure una parte della popolazione ancora beve le informazioni che questo sistema fa circolare. Sembra che alcuni scienziati abbiano riscontrato che il coronavirus è un prodotto di laboratorio. Si direbbe che questa drammatica pandemia giovi agli apparati di cui sopra. Ormai gli scambi interumani avvengono solo attraverso i media. Si fa strada una pericolosa tendenza a togliere la parola in nome di un qualcosa determinato dai soliti pochi. Tendenze a silenziare le critiche alle misure antipandemiche. Tendenze a silenziare il non politicamente corretto. Si leggono sui giornali critiche a chi dà voce alle minoranze perché essendo minoranze non devono essere aiutate ad esprimersi. Ma la democrazia non vorrebbe che anche un singolo cittadino possa dire la propria? Poi sarà ciascuno, sentite le diverse voci, a farsi la propria opinione. Il potere decide in molti casi e a molti livelli senza dover rendere conto a nessuno. Oltre ad arrogarsi sfacciatamente il titolo di competenze anche culturali che la situazione descritta commenta da sola. Mentre la gente non ha titoli per esprimersi. Li ha, anche contro la legge, quando le sue obiezioni sono a favore dell’oligarchia. La possibilità di svolgere regolari elezioni è a rischio… In tale situazione il malessere del popolo può venire usato da gruppi che ambiscono a niente altro che a sostituirsi a quelli dominanti per agire poi allo stesso modo. Bisogna in ogni modo cercare di sviluppare un’autentica democrazia. Intanto per sconfiggere il virus c’è da chiedersi se non bisogna mandare al potere le forze oggi antisistema. Ma perché il sistema non inglobi ogni potere come spesso riesce a fare bisogna dare potere, prima di tutto nella formazione e nell’informazione, al suo unico legittimo detentore: il popolo non inteso come massa informe ma come persone ciascuna libera di scegliere, a partire dai decisivi campi menzionati.