Cercare le vie del discernimento

Cercare le vie del discernimento



Francesco cerca la vicinanza alle persone concrete e questo è un dono che ha sbloccato secoli di astrazioni chiuse in sé. Ma anche lui non è uscito dal riferimento della cultura razionalista. La guarda con sospetto ma essa resta il riferimento di fondo. Così non entra in un discernimento del cuore nella luce serena, a misura, ma in varia misura nel pragmatismo.
Per cui per esempio scuola dell’incontro ma senza in momenti distinti sviluppo delle identità. Nemmeno nei tempi e nei modi adeguati. E così omologazione che fa comodo al pensiero unico.
Il fare più che cercare le vie di un discernere sempre nuovo si manifesta in molte cose persino nel cambio del Padre nostro. Lì è scritto nel testo originale non c’introdurre nella prova o qualcosa di simile. Perché cambiare pragmaticamente la parola di Dio? Gesù nel Padre nostro ci fa chiedere ogni bene e nel non ci indurre in tentazione ci fa capire che Dio prende il buono delle nostre preghiere non ci dà cose che ci fanno male e ci insegna a chiedere con fiducia cose buone “supervisionate” da lui. Quindi è un dono credere che se prego chiedendo cose che mi fanno male lui prenderà il buono di quella preghiera. Altrimenti che paura pure pregare.

Caratteristica del razionalismo di fondo è la sordità: un ragionare chiuso in sé in luogo dell’apertura del cuore alla grazia da ovunque provenga. Le periferie sono davvero luoghi della manifestazione concreta del nuovo venire di Gesù ma quanto vi è questo reale ascolto dei piccoli? Si può parlare di popolo, di fiuto del popolo, di odore delle pecore, cose meravigliose ma che possono anch’esse ridursi a slogan.

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