Centrati nei vangeli

Centrati nei vangeli

San Francesco sentì una chiamata profonda a imparare da Gesù vivo, nel vangelo e nei sacramenti. Questo meditare il discernimento concreto di Gesù nei vangeli lo induceva a chiedersi come il Signore avrebbe potuto comportarsi in una certa situazione. Non deduzioni logiche da un concetto astratto di amore ma riferimenti, in qualche modo, ad episodi determinati della vita di Gesù. Così per esempio andò disarmato a dialogare col sultano nel tempo in cui altri santi del tempo affermavano che gli eretici dovevano essere condannati a morte. Una mentalità dunque che appariva normale a quell’epoca.

Tante persone avvertono con gioia la chiamata a camminare concretamente nella fede dietro a Gesù insieme ad altri fratelli, proprio come gli apostoli, dialogando con Cristo, ossia meditando comunitariamente, con la guida di un formatore, il vangelo ascoltato. Può accadere, con l’educazione intellettualistica che ci impartisce la scuola odierna, che qualcuno preferirebbe che il sacerdote parlasse solo lui per un’ora intera, potendo così accumulare, secondo il parere di tale qualcuno, più informazioni.

Solo Gesù sa per quali stade portare una persona, non si tratta di logiche meccaniche. Magari quel fedele è per il momento ispirato da Dio a seguire una catechesi in forma di monologo. Potrebbe però anche darsi il caso che sia l’educazione nozionistica che lo predispone con le aspettative suddette. Mentre imparando ad ascoltare la chiamata dello Spirito nel cuore quel discepolo può magari scoprire il desiderio di fidarsi di Gesù che, appunto se lo si medita, così formava i suoi, nell’annucio del vangelo e nel dialogo su di esso, nella vita condivisa. E in un cammino personale e comunitario di fede, non attraverso corsi mentre ad alcune persone può aver proclamato la buona novella in qualche incontro. E non rende più vivo, concreto, il vangelo questa pluralità di voci, di persone, di strade, che se fosse un trattato di Gesù? Cristo non parlava in astratto, perciò non ha scritto, ma in riferimento a gente specifica. E lui stesso è cresciuto in mezzo ad essa. Un lasciare che la grazia entrasse davvero, con i tempi e i modi giusti, nella vita concreta di quelle persone, nelle relazioni e non restasse schematica concettualità.

Ecco uno tra mille esempi dei benefici di seguire direttamente Gesù nel vangelo. Posso avere perplessità e resistenze ma magari mi avvedo che anche a Gesù avrei potuto obiettare quella tal cosa. Qui appunto sul perché dialoga tanto, condivide la vita, invece di sciorinare più dottrina tutta insieme. Seguire Gesù nel vangelo mi può aiutare tra l’altro ad accorgermi se si tratta di resistenze nel lasciarmi portare da lui.

Moltissimi spunti su tali scie ho esplicitato nei miei scritti. Per brevità ne segnalo solo uno, senza tornare qui a svilupparlo. Si parla tanto di chi può o meno ricevere l’eucarestia. Non è singolare che talora anche tra le guide pochi si chiedano se e come, in quali circostanze, Gesù stesso ha dato a qualcuno la comunione?