Avvenire: d G. Centofanti, La distorsione di fondo

La lettera che ho inviato è stata ristretta dal giornale. Comunque perlomeno riporta la decisiva distorsione segnalata: la cultura della ragione astratta invece che del cuore nella luce (che centra nel vero discernimento e quindi orienta verso riflessioni più adeguate come scrivo nel testo che ho mandato).
Ecco il testo che ho inviato:

La questione giovani

Lo svuotante e distorcente tecnicismo a tutto campo, il mero fare, della cultura prevalente, i conseguenti codici di apparato, il pensiero unico, stanno spegnendo la viva e partecipata ricerca del vero, svuotando sempre più soprattutto i giovani. Il malessere è sempre più diffuso, capita ad un sacerdote che qualche giovane venga dicendo per esempio che pensava di soffrire di problemi psicologici vari ma di aver intuito che la vera causa del malessere era l’assenza di autentici riferimenti interiori.

Bisogna favorire fin dalla scuola la maturazione di ciascuno nella identità spirituale, filosofica, liberamente cercata ed in momenti distinti nello scambio con cercatori di altre visuali. Anche l’attuale scuola cattolica non di rado trasmette lo pseudo tecnicismo imperante con una semplice patina di religiosità. Per questo spesso non si coglie che il drammatico problema di fondo è la cultura in cui viviamo.

Una brava catechista di 22 anni mi dice che non può più credere: evoluzionismo, big bang, dimostrano l’inattendibilità della fede. Potrei rispondere con mille ragionamenti che testimoniano il contrario perché la scienza autentica non contrasta con Dio che ha creato tutto. Ma di questo le parlo dopo. Le chiedo cosa mi dice alla domanda se nella sua serena coscienza sente di credere in Dio o no. Lei che ha ricevuto il dono della fede risponde affermativamente ed ecco risolto il problema. Il passaggio decisivo dall’astratta ragione al cuore nella Luce. Alla fine il mio cuore immacolato trionferà.